Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Crime Records
Distribuzione:Sureshot Worx

Tracklist

  1. ARCANE DAWN
  2. QUANTUM AGE
  3. DECODE
  4. MOMENTUM
  5. EARTHRISE
  6. BEYOND TOMORROW
  7. GATEWAYS

Line up

  • Stian Svorkmo: Vocals & Guitar
  • Steffen Overaa: Synth & Vocals
  • Christian Schei: Guitar
  • Espen Geitsund: Bass
  • David Jøndahl Hjellum: Drums

Voto medio utenti

I norvegesi Octohawk pubblicano in questi giorni, giugno 2024, il seguito del loro scialbo debut album "Animist" (2001), ovvero il nuovo "Determinist", sotto l'egida della Crime Records.

"Determinist" è un lavoro dalla struttura multipolare, nel senso che non possiede un centro ben preciso da cui si articolano, e a cui sono assoggettati, i numerosi elementi, distribuiti nelle varie suite, che discendono dalla direzione stilistica di matrice Progressive scelta dai norvegesi.
La componente principale che possiamo rinvenire in queste sette tracce è senza ombra di dubbio lo Stoner/Sludge, mutuato in buona parte da formazioni quali i Mastodon, pur senza averne la stessa complessità di dinamiche e neanche il medesimo standard di eccellenza. Vi si inseriscono però anche influenze tipicamente scandinave, imparentate alla lontana con il Folk/Viking che caratterizza la storia musicale, e non solo, di tali territori. Di tanto in tanto invece è la componente Southern a emergere, che in parte, come sappiamo, è immanente allo Stoner/Sludge; avvicinandosi vagamente a proposte sullo stile dei Black Label Society. Mentre quando il mood si accosta leggermente all'Hard-Rock richiama realtà simili ai Texas Hippie Coalition ("Decode"); al contrario, nei frangenti più "fruibili" e melodici, alle sonorità portate avanti da Myles Kennedy.

Al di là di cosa si possa pensare di determinante soluzioni artistiche, a cui vi è da aggiungere un piccolo tocco di elettronica ("Gateways" per esempio, o "Arcane Dawn"), è proprio l'incapacità di convogliarle e assoggettarle ad un unico polo il difetto di "Determinist". L'incapacità di creare anche una sola dinamica in grado di albergare per più di qualche secondo nell'orecchio dell'ascoltatore. O quantomeno per il mio; fatta eccezione, forse, per la già citata "Arcane Dawn".
A mio avviso, non è sufficiente inserire i più disparati influssi musicali in un album per poterlo definire Progressive, e con tale aggettivo fregiarsi di avere inciso un'opera di pregio.

Recensione a cura di DiX88

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