E ci risiamo …
skyline notturno e bolide pronto a sfrecciare sulle
highway della metropoli per dare libero sfogo all’esuberanza giovanile o per mitigare gli effetti (fugaci) di un cuore infranto … in realtà, però, dietro all’immagine di copertina del debutto degli
Atlantis Drive ci sono musicisti piuttosto esperti, che si allineano dunque alle numerose celebrazioni del periodo aureo dell’
hard melodico e lo fanno forti della loro preparazione e consapevolezza, con il plausibile intento di scatenare la “nostalgia” nei tanti “orfani” degli
eighties.
Markus Pfeffer (Barnabas Sky, Lazarus Dream),
Mark Boals (Ring Of Fire, Shining Black, ex-Yngwie Malmsteen's Rising Force, …),
Jorris Guilbaud (Devoid, Heart Line) e
Markus Kullmann (
Glenn Hughes, Sinner, Voodoo Circle), con “
Atlantis drive” sfornano un disco invero non sempre capace di far riassaporare efficacemente le sensazioni note e “rassicuranti” procurate dall’ascolto di Rainbow, Europe, Whitesnake e
Malmsteen (e della frazione più convincente della loro folta progenie …).
Pur nella loro adeguatezza “formale”, non sono moltissimi, infatti, i brani che riescono a stimolare in maniera veramente imperiosa e produttiva le regioni cerebrali della memoria degli appassionati, ormai sature di un
modus operandi qui celebrato al meglio solo grazie al
refrain di “
Medusa smile”, alla vivida seduzione di “
Living for the moment” e di "
Faith”, e poi ancora alle pulsazioni crepuscolari di “
United”.
A quelli che prediligono un approccio alla materia maggiormente enfatico sono infine indirizzate “
Curtain falls” e "
Heroes”, altri momenti piuttosto riusciti di un confronto tra passato e presente in cui il secondo è fatalmente “perdente” e tuttavia è ancora in grado, laddove sostenuto da una musica scritta e interpretata con un’importante dose di vitalità, di attivare una rilevante forma di benessere fisiologico.
Gli
Atlantis Drive hanno i mezzi per esaltare appieno un pezzo pregiato della
Storia del Rock, contribuendo a conferire ulteriore continuità al suo comprovato valore artistico … il loro debutto discografico non ha raggiunto l’obiettivo pieno, inducendo chi certi suoni non ha mai smesso di amarli ad attendere con fiducia un
amarcord più ispirato e incisivo.
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