Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:49 min.
Etichetta:Pride & Joy Music

Tracklist

  1. WAY BACK WHEN
  2. MEDUSA SMILE
  3. LIVING FOR THE MOMENT
  4. BRAND NEW START
  5. UNITED
  6. CURTAIN FALLS
  7. FAITH
  8. TIME
  9. FAREWELL TO A FRIEND
  10. HEROES

Line up

  • Mark Boals: vocals, background vocals
  • Markus Pfeffer: guitars, bass
  • Jorris Guilbaud: synths
  • Markus Kullmann: drums

Voto medio utenti

E ci risiamo … skyline notturno e bolide pronto a sfrecciare sulle highway della metropoli per dare libero sfogo all’esuberanza giovanile o per mitigare gli effetti (fugaci) di un cuore infranto … in realtà, però, dietro all’immagine di copertina del debutto degli Atlantis Drive ci sono musicisti piuttosto esperti, che si allineano dunque alle numerose celebrazioni del periodo aureo dell’hard melodico e lo fanno forti della loro preparazione e consapevolezza, con il plausibile intento di scatenare la “nostalgia” nei tanti “orfani” degli eighties.
Markus Pfeffer (Barnabas Sky, Lazarus Dream), Mark Boals (Ring Of Fire, Shining Black, ex-Yngwie Malmsteen's Rising Force, …), Jorris Guilbaud (Devoid, Heart Line) e Markus Kullmann (Glenn Hughes, Sinner, Voodoo Circle), con “Atlantis drive” sfornano un disco invero non sempre capace di far riassaporare efficacemente le sensazioni note e “rassicuranti” procurate dall’ascolto di Rainbow, Europe, Whitesnake e Malmsteen (e della frazione più convincente della loro folta progenie …).
Pur nella loro adeguatezza “formale”, non sono moltissimi, infatti, i brani che riescono a stimolare in maniera veramente imperiosa e produttiva le regioni cerebrali della memoria degli appassionati, ormai sature di un modus operandi qui celebrato al meglio solo grazie al refrain di “Medusa smile”, alla vivida seduzione di “Living for the moment” e di "Faith”, e poi ancora alle pulsazioni crepuscolari di “United”.
A quelli che prediligono un approccio alla materia maggiormente enfatico sono infine indirizzate “Curtain falls” e "Heroes”, altri momenti piuttosto riusciti di un confronto tra passato e presente in cui il secondo è fatalmente “perdente” e tuttavia è ancora in grado, laddove sostenuto da una musica scritta e interpretata con un’importante dose di vitalità, di attivare una rilevante forma di benessere fisiologico.
Gli Atlantis Drive hanno i mezzi per esaltare appieno un pezzo pregiato della Storia del Rock, contribuendo a conferire ulteriore continuità al suo comprovato valore artistico … il loro debutto discografico non ha raggiunto l’obiettivo pieno, inducendo chi certi suoni non ha mai smesso di amarli ad attendere con fiducia un amarcord più ispirato e incisivo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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