I danesi
Illdisposed, gravati dall'assenza di
Rasmus Henriksen (Guitar), a causa delle cure da sostenere per guarire da un cancro al cervello, assoldano in sua sostituzione, nuovamente tra le loro fila, il chitarrista
Ken Holst, e audacemente danno alle stampe, dopo un silenzio che durava dal 2019, il loro quindicesimo full-length:
"In Chambers of Sonic Disgust", sotto l'ala della
Massacre Records.
Quasi definitivamente accantonato il Death nudo e crudo degli esordi, i danesi proseguono proponendoci un Death Metal dal groove molto accentuato; anche se ad onor del vero questa è sempre stata una delle loro prerogative, dove si inserisce però una certa attitudine moderna che richiama un po' al Metalcore, con qualche piccolo uso dell'elettronica (elemento anche questo già presente quasi dagli albori); si pensi a tal proposito a
"Start Living Again". In generale, emerge dalle undici tracce contenute in questo nuovo LP, uno spiccato senso della melodia che rende il disco piuttosto lontano dalle sonorità estreme dei loro lavori degli anni 90'. Dunque, per essere chiari, se vi piacciono gli
Illdisposed di
"Four Depressive Seasons" (1993) o di
"Submit" (1995), scordatevi quella specifica tipologia di groove e di attitudine. Qui è tutto molto più easy listening e più liscio; questo a causa di una produzione che leviga ogni possibile asperità - oltreché dalla strutturazione del songwriting -, che invece a mio avviso un platter estremo dovrebbe conservare.
In ogni caso questa non è una novità in casa
Illdisposed; si tratta di scelte stilistiche, dunque proviamo a concentrarsi sulla qualità intrinseca del full-length, senza, per quanto possibile, alcun tipo di pregiudizio artistico.
Purtroppo io non riesco a trovare grandi idee degne di rilievo in questi 44 minuti di musica; non vi è un solo riff che non suoni trito e ritrito o che riesca a rimanere impresso nella memoria. Le parti melodiche appaiono scontate e quelle aggressive risultano prive di incisività. Personalmente è un lavoro che anche dopo svariati ascolti non mi ha lasciato niente: né un motivo in testa, né qualche passaggio stimolante… Tutto scorre nella più anodina indifferenza. E questo per un disco Metal, che perlopiù ambisce ad essere in qualche misura estremo, è un peccato imperdonabile.
A mio avviso
"In Chambers of Sonic Disgust", oltreché un'opera "soft", si rivela poco ispirato; e per quanto mi riguarda di gran lunga inferiore al precedente
"Reveal Your Soul for the Dead" (2019), che era ben più incisivo nei frangenti aggressivi, più ricercato nelle parti armoniche e indubbiamente con un'attitudine di tutt'altra caratura.
Mi dispiace, ma a malincuore devo sconsigliarvi questo nuovo full-length dei danesi.
Recensione a cura di
DiX88
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