Kvadrat - The Horrible Dissonance of Oblivion

Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:44 min.
Etichetta:Nuclear Winter Records ans Total Dissonance Worship
Distribuzione:Anubi Press

Tracklist

  1. ΥΠΌΓΕΙΟΣ ΛΑΒΎΡΙΝΘΟΣ
  2. -4°C
  3. ΣΗΠΤΙΚΉ ΑΝΥΠΑΡΞΊΑ
  4. ΑΜΝΗΣΊΑ
  5. ΓΥΆΛΙΝΑ ΜΆΤΙΑ
  6. Η ΦΡΙΚΤΉ ΔΥΣΑΡΜΟΝΊΑ ΤΗΣ ΛΉΘΗΣ
  7. ΟΛΙΚΉ ΑΠΟΣΎΝΘΕΣΗ

Line up

  • Ivan Agakechagias: Everything

Voto medio utenti

Kvadrat è una one man band greca formata nel 2015 da I. Agakechagias, dedita ad una forma di Blackned Death piuttosto dissonante. Allo stato attuale il polistrumentista greco ha rilasciato un demo, un EP, uno split e un solo full-length: "The Horrible Dissonance of Oblivion", realizzato in collaborazione con la Nuclear Winter Records e la Total Dissonance Worship.
Giusto per informazione, la Nuclear Winter Records è l'etichetta fondata dal greco Anastasis Valtsanis, voce e chitarra dei Dead Congregation.

La proposta musicale del progetto ellenico si muove su coordinate Black/Death che riescono a far coesistere al loro interno una componente melodica e poetica piuttosto spiccata, con un'altra più brutale tendente a trame intricate e prevalentemente dissonanti, sul fil rouge che congiunge Ulcerate e Deathspell Omega. Bensì anche con quel complesso di brutalità e atmosfere rarefatte ed evocative propria dei connazionali Septicflesh (a mio avviso importanti per inquadrare correttamente il disco).
Sono comunque numerosi i richiami al Brutal e affini della scuola a stelle e strisce, sulla scia di Hate Eternal e Nile; bensì anche di realtà Blackned più sperimentali stile Suffering Hour. Non a caso il mastering è avvenuto negli Stati Uniti per mano dell'inglese Daniel Lowndes dei Cruciamentum, già al lavoro con varie altre formazioni dell'underground americano.
Piuttosto marcata risulta inoltre la componente Doom che si inserisce nei frangenti più "classici" e nelle melodie, in grado di donare un tocco di tragica decadenza che commuove con il suo afflato struggente. Una declinazione passionale che tuttavia è anche debitrice al "calor bianco" mediterraneo di alcune sinfonie tipiche dell'Hellenic Black Metal.

"The Horrible Dissonance of Oblivion" è un'opera estremamente violenta nelle sue forme espressive. Sia che si tratti dei frangenti più iconoclastici, dove il guitarwork diviene una lama di rasoio ricavata dai classici tremolo Black Metal, sostenuti dai suoi blast beats - dilaniati in seguito dalla complessità delle dinamiche Death Metal assumenti fattezze atonali devastanti -, sia che invece debba esprimersi nei frangenti più armonici, con un'oscurità obliante che proviene dai più sepolti incubi del genere umano.

Il pathos resta elevato durante tutto il corso dell'album. Siamo al cospetto di un lavoro egregiamente bilanciato in ogni suo aspetto; dotato di una coesione interna in grado di convogliare sotto un unico polo tutte le sue anime con una formula avvincente.
Questa coesione deriva da un songwriting che, nonostante la notevole complessità, i vari tempi irregolari e densi di incastri improbabili delle sue articolazioni, riesce a mantenere una certa linearità che impedisce la disintegrazione - che frequentemente avviene in questo genere di proposte - della cosiddetta "forma canzone".
Si rimane fin da subito avvinghiati dai suoi vortici sonori fino a raggiungere la solennità desolante e malinconica dell'ultima traccia; dotata di melodie "roventi", vagamente sinfoniche, introdotte inizialmente da brumosi synth e tocchi di tastiera, che potrebbero tranquillamente appartenere tanto ai Novembre quanto ai Varathron. Questo finché le coltri di bruma che avvolgono tali parti sinfoniche non vengono smembrate dalla furia epica dell'arte estrema. In ogni caso si conserva per quasi tutta la traccia una sensazione di commovente angoscia su cui si aggiunge nella fase terminale, a suggellare questa opera d'arte, come suo epitaffio, la gelida ed elitaria malinconia tanto cara alla fiamma nera scandinava.


"The Horrible Dissonance of Oblivion" è un distillato di poesia nera che si candida tra le migliori uscite dell'anno.
Non fatevelo sfuggire.

Recensione a cura di DiX88

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