"It was time to go back to the roots, as they say, and finally make that true '80s AOR album that I’ve dreamt of creating since I started Palace. It's the missing link between 1985 and 2024,"
Che a
Michael Palace piacessero gli anni ottanta (sentimento ampiamente condiviso, peraltro …) ci era venuto più di un “sospetto” ascoltando le sue produzioni musicali e osservando l’
artwork con le quali le suddette si presentavano al pubblico del
rock melodico.
Ora, però, a fronte di una dichiarazione tanto perentoria e impegnativa, ammetto di essere stato “sfiorato” dalla speranza che “
Reckless heart”, seppur attraverso la tenace reiterazione di elementi nostalgici, potesse finalmente rappresentare quel passo “definitivo” verso la
Gloria atteso già da un po’ dagli estimatori del genere.
Alla prova dei fatti l’opera avvalora la necessità di (continuare a) “diffidare” dalle affermazioni promozionali e pone il quinto albo dell’ormai
one-man band svedese (ma lituano d’origine …) all’interno di una discografia di notevole livello espressivo e tuttavia incapace di varcare in maniera trionfale la soglia del
gotha del settore.
Un altro bel lavoro, insomma, che sfrutta piuttosto abilmente i sacri crismi dell’
AOR spensierato ed edonistico, e ciononostante suona a tratti vagamente manieristico, lasciando le melodie a “fluttuare” sui sensi, senza riuscire a soggiogarli in modo da rendere veramente proficuo anche il più insistente dei
déjà entendu.
Un traguardo, quest’ultimo, che nel programma viene raggiunto pienamente da "
The widow’s web” (qualcosa tra Foreigner e FM), “
Back in your arms” (da consigliare ai
fans di Toto e Work Of Art), "
Girl is an angel” (un vivace saggio di
techno-pop AOR, con scorie di Simple Minds), dalla Bad English-
esca “
Weightless” e dall’enfasi “cinematografica” di “
Back to 85” e "
Move me”, mentre altrove, pur non rischiando mai di subire l’onta dello
skip, il materiale sonoro ed emotivo si attesta su livelli leggermente meno efficaci ed euforizzanti.
“
Reckless heart”, al di là di proclami e (doverose) sottigliezze, è nell'insieme un disco che influisce assai positivamente sull’umore dell’astante appassionato, un effetto meritevole di un plauso sentito e profondo, almeno quanto l’irremovibile convinzione che “i”
Palace abbiano i numeri per aspirare a
standard espressivi ancora più durevoli e creativi.
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