Formatasi nel 2011 come Royal Rampage, questa formazione brasiliana (da Curitiba nel Sud del paese) ha in seguito modificato leggermente il proprio moniker poco prima di dare alle stampe l'album d'esordio, "Conquer", nel 2018. A questo punto i
Royal Rage hanno iniziato a lavorare al successore, ma pur realizzando una manciata di singoli in tempi piuttosto stretti, si sono dovuti aspettare sei anni prima che "
Evolve" potesse vedere la luce.
Sarà anche per ripagarsi della lunga attesa che su "
Evolve" ci propongono ben tredici canzoni per quasi un’ora di Thrash Metal, di quello vecchia maniera, tra Exodus, Forbidden, Exhorder e Sepultura, ma direi anche alquanto influenzata dai Sacred Reich.
Solita intro ("D
awn Of a New Era") interlocutoria ed è la titletrack a dare via le danze, con
Airton da Cruz (al basso) e
Tiago Rodrigues (batteria) che spingono come dei dannati e si ritagliano anche spazi solisti, mentre stranamente rimangono un po' defilate le chitarre di
Sol Perez (che milita anche nei più classici Icon Of Sin) e
Pedro Ferreira, con quest'ultimo che si prende cura anche del cantato o meglio ha il compito di maltrattare il microfono con la sua ugola di carta vetrata. I due chitarristi si fanno più presenti nella successiva "
Into the Abyss", altra mazzata sui denti, dalle atmosfere roventi e quasi asfissianti e se non lasciano intravedere grandi variazioni sul tema, i quattro brasiliani non si risparmiano di certo. E questo è il mood della manciata di canzoni che seguono, al più accentuando le suggestioni Hardcore su "
Eyes Of Glass", almeno fino a che non giunge il momento di "
Lampião", dedicata al cangaceiro Virgulino Ferreira da Silva che si ribellò ai ricchi proprietari terrieri del Nord-Est del Brasile, una storia piuttosto nota che i
Royal Rage affrontano con soluzioni un filo più fantasiose, soprattutto a livello ritmico. Si torna poi sui sentieri iniziali, e per quanto i brasiliani provino ancora a far del male con il furioso assalto di "
Real Dolls" o con quello più ragionato e scandito di "
Your Brain Will Fall", nel suo complesso "
Evolve" resta un lavoro che non riesce a tenere fede al proprio titolo e resta invischiato in una proposta che pur frontale e ad alto tasso d'intensità, solo raramente riesce ad accendersi.
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