Conservo un buon ricordo di
“Playing House”, l’album dei
Meer uscito ormai nel lontano 2020. Il nuovo
“Wheels Within Wheels” conferma le ottime impressioni iniziali e fa un passo ulteriore nella direzione di una proposta musicale più accessibile ma sempre molto personale.
L’introduttiva
“Chains Of Changes” riprende il chamber pop frizzante e solare dalle sfumature elettriche e progressive del suo predecessore, prima di
“Behave”, caratterizzata dalle melodie spigolose care ai compagni di etichetta
Major Parkinson. C’è qualcosa del dream pop degli anni Novanta in
“Take Me To The River”, in contrasto con la successiva
“Come To Light”, con echi di Police e Toto.
Non mancano episodi più lineari e groveggianti (
“Golden Circle”, “To What End”), mentre la struggente
“Today Tonight Tomorrow” spicca per la coda epica e muscolare. La breve e pianistica
“World Of Wonder” prelude a
“Mother”, un omaggio ai
Dear Hunter degli
“Acts”, mentre
“Something In The Water” suona come una moderna
“I Am The Walrus” dei Beatles, e sfocia nella lunga
“This Is The End”, la sintesi perfetta del rock sinfonico concepito dai norvegesi.
Promossi a pieni voti anche stavolta.
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