Il nuovo album di
Tim Bowness esce per
Kscope - dopo anni di collaborazione con
InsideOut Music - e già questo potrebbe indicare una svolta nella musica dell’artista inglese.
Ma è una considerazione che lascia il tempo che trova. Le 16 tracce di
“Powder Dry”, infatti, hanno una durata media di circa due minuti e mezzo, sicuramente una novità per Bowness, ma le coordinate stilistiche non sono poi così diverse da quelle a cui siamo stati abituati in passato.
Gli episodi più ruggenti (penso a
“Rock Hudson” o a
“Lost/Not Lost”) rievocano New Order e Gary Numan, mentre i Talk Talk e i Tears for Fears ispirano le più audaci
“When Summer Comes”, “Heartbreak Notes” e
“The Film Of Your Youth”. L’immancabile
Steven Wilson emerge come influenza nelle discrete
“A Stand-Up For The Dying” e
“This Way Now”, mentre i loop più inquietanti del Mellotron impreziosiscono sia
“You Can Always Disappear” sia
“Films Of Our Youth”.
Ci sono riferimenti agli ultimi No-Man (
“Idiots At Large”, “Powder Dry”) e alla produzione più recente di Bowness (
“Ghost Of A Kiss”, “I Was There”), mentre le ipnotiche
“Old Crawler” e
“Built To Last” controbilanciano la disimpegnata
“Summer Turned”.
Coerente, ma tutt’altro che rivoluzionario.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?