I
Regicide sono una Thrash Metal band inglese formatasi nel 2020. Dopo varie uscite minori rilasciano nel 2024, in maniera indipendente, il loro primo full-length:
"Resist Control".
Duole dirlo… purtroppo però questo album, a mio avviso, scava fin troppo in superficie. Tutto il lavoro si contraddistingue per soluzioni estremamente scontate che, pur affiancandosi a episodi tendenzialmente duri – come si addice al Thrash che ambisca a proiettarsi su scenari estremi –, non riescono a discostarsi di misura dall'anonimia della mediocrità.
Nonostante una produzione massiccia e corposa, urla inferocite richiamanti in molteplici frangenti ad alcune tendenze moderne del Metalcore, su cui si addiziona una matrice Groove moderatamente in evidenza – frutto anche di una discreta muscolarità esecutiva –, non vi ho trovato alcunché di realmente degno di nota.
Vi è un certo impatto, questo è fuor di dubbio, ma vi è inoltre una marcata carenza di dinamismo. Pur essendovi le molteplici e tradizionali variabili tra mid tempo e up tempo, queste non riescono a conferire vita pulsante ai tipici stacchi e ripartenze al fulmicotone che dovrebbero, al contrario, contraddistinguere un buon prodotto Thrash Metal; lasciando conseguentemente degenerare l'opera al rango di un ascolto scialbo e tediante.
Oltre al forte impatto sonoro, non mi sembra di ravvisare un songwriting elaborato, o una qualunque altra cosa destinata a sopravvivere, al termine del suo ascolto, intatta nella mente di chi vi si accosti.
"Resist Control" è un album davvero scolastico, e nonostante ciò non saprei bene specificarvi a quale precisa scuola possa ispirarsi. Non credo esclusivamente a quello che è il substrato storico delle Thrash Metal band inglesi – dunque Onslaught, Sabbath, Acid Rain, Xentrix, ecc.ecc. – , bensì a una sorta di incrocio con questo e la scena statunitense. Raggruppando altresì le varie attitudini delle peculiari sfumature del genere. E questo, di per sé, non rappresenterebbe di certo un male…
"Resist Control" è il principio di una formazione indubbiamente agli albori, quindi la necessità impone di essere magnanimi. Non si può bocciare completamente un platter di questo tipo (ma ancor meno consigliarlo), poiché comunque sia è sicuramente ben suonato e prodotto con accuratezza; infine i brani presi singolarmente riescono a mantenere una loro coesione di insieme. Il problema, come già affermato, risiede nella mancanza di incisività compositiva.
...Tutto scorre liscio... Talmente liscio da non lasciar segni del suo passaggio.
Recensione a cura di
DiX88
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