Titolo importante e impegnativo quello che segna l'album di ritorno dei russi
Scald, band epic/doom metal, che nel 1993 pubblicò a mio modo di vedere uno dei migliori album del genere, ovvero
'Will Of God Is A Great Power', e che ho riascoltato con immenso piacere questi giorni per prepararmi a questo nuovo
'Ancient Doom Metal'. Purtroppo, come spesso capita, la grande, grandissima qualità presente su quel debut non fece la fortuna del gruppo, che si trovò già orfano del cantante
Agyl già prima della pubblicazione, morto per incidente un mese circa prima della release. Questo terribile fatto portò gli
Scald a sciogliersi subito dopo, e non avere più notizie di loro per parecchio tempo.
Succede però che l'etichetta
High Roller Records, tre anni fa, decide di ristampare sul mercato il disco, e grazie anche ad un'apparizione all'Hammer Of Doom Festival del 2019 e alla pubblicazione dell'EP 'There Flies Our Wail!', il nome dei russi torna a circolare tra gli appassionati, e a sperare nella pubblicazione di nuovo materiale. Ciò avviene nel 2021 e solo ora possiamo affermare che per
'Ancient Doom Metal' l'attesa è stata completamente ripagata, e nulla risolta altisonante o eccessivamente pretestuoso.
Introdotto da una copertina che fa presagire già le tematiche, ma anche l'ambientazione che si andrà ad immaginare durante l'ascolto,
'Ancient Doom Metal' è un prodotto che fa delle emozioni, delle sensazioni e di quello sfondo epicheggiante il suo punto forte. La preoccupazione da parte mia, se devo essere onesto molto forte, era quella che, per quanto ci si sforzasse, non si sarebbe mai trovato un sostituto al microfono valido quanto
Agyl. Preoccupazioni scomparse fortunatamente, dato che
Felipe Plaza Kutzbach (Capilla Ardiente, Destroyer 666, Procession) mantiene alta quell'epicità grazie alla sua voce possente, energica, e adattissima alla musica proposta dal resto della band che, va sottolineato, propone la stessa lineup del debutto. Nulla viene lasciato al caso nei quasi 45 minuti di durata, dove tutto deve essere assaporato con il giusto tempo, senza fretta, e senza sentire il bisogno di fare skip tra una traccia e l'altra.
Penso a una
'Young God Resurrected', dall'incedere marziale, con dei leggeri 'oooh' di sottofondo nel ritornello che però non vanno a stonare, ma rendono ancora più immersivo l'ascolto in quello che può essere metaforicamente immaginabile come un viaggio su una nave in tempesta, tra pericoli e inside, ed
'Ancient Doom Metal' ne è la colonna sonora perfetta. Ci pensa poi
'Master Of The Lake' con il suo breve assolo nei primi minuti del pezzo a creare il giusto pathos, arrivando poi ad uno dei migliori assoli del disco. Forti sono anche le melodie create dalla coppia
Harald/Karry che fanno capolino qua e laà, non troppo presenti, ma che guidano con la giusta marcia la costruzione di ogni tassello delle varie canzoni. Ad un primo ascolto ciò che potrebbe risultare è un'eccessiva somiglianza tra i riff, ma ciò che gli
Scald hanno realizzato è in realtà un album che non deve servire da sottofondo, ma come tramite per un'esperienza musicale che non ha tempo, e dove ad esempio
'ALU (My Protection)' è uno degli esempi che calzano meglio con questa descrizione, nove minuti di epic/doom nella sua forma più pura, e dove i vari cori di sottofondo (Hail!) non sono pacchiani, dove la musica è posta al primo posto.
Mi vengono in mente molti commenti, letti e sentiti, riferiti al tempo eccessivo che passa tra un album e l'altro, e dove questo periodo può significare, commercialmente parlando, la morte o la popolarità (spesso a discapito della qualità) di un gruppo. Bene, dopo l'ascolto di
'Ancient Doom Metal' sono giunto alla conclusione che anche un altro paio di anni non avrebbero significato nulla, se la conclusione fosse stata un disco di questa portata. Trovate il giusto istante, le giuste condizioni e dedicatevi all'ascolto della nuova release degli
Scald. Ci sarà solo da ringraziare in eterno questi signori.