Gli austriaci
Monument of Misanthropy tornano nuovamente con un nuovo concept album, basato questa volta sulla storia sconvolgente del serial killer statunitense
Ed Kemper, prendendone in esame vari aspetti della sua vita, oltreché le sue infami gesta. Il lavoro di cui vi sto scrivendo è
"Vile Postmortem Irrumatio" – terza release lunga del gruppo –, uscito sotto l'egida della
Transcending Obscurity Records proprio in questi giorni di agosto.
"Vile Postmortem Irrumatio" è un lavoro dalla produzione moderna ed esplosiva dalla quale si veicola un Brutal Death Metal efferato, dove velocità e impatto debordante sono parole d'ordine. Il sound complessivo non ha niente di umano: duro, estremamente metallico, deflagrante e frequentemente iperamplificato; per certi aspetti richiama alla memoria quello degli ultimi
Dying Fetus,
Benighted e
Aborted. Rimandi che si ravvisano anche nelle sfuriate Grind e nella tipica doppia voce che alterna growl e scream, oltreché nelle varianti urlate del primo.
Dinamiche al fulmicotone dai suoni tritaossa (merito anche della prestazione alle pelli di
Eugene Ryabchenko, attualmente membro dei nostri
Fleshgod Apocalypse) che si muovono sia in linea retta che su complessi intrecci di dinamiche sincopate, cambi di ritmo e break down che si schiantano frontalmente sull'ascoltatore; tutto ciò magistralmente convogliato all'interno di soluzioni che, nonostante l'alto tasso di inintelligibilità, riescono a risultare paradossalmente catchy. Aspetto che viene agevolato anche da una spiccata evidenziazione del lato groove del Brutal Death Metal a cui i
Monument of Misanthropy fanno riferimento.
Nonostante la disumanità di cui abbiamo appena fatto menzione, gli austriaci non perdono mai di vista l'elemento melodico; trovando modo di ricamargli un piccolo spazio, insieme perfino a qualche sentore atmosferico che forse vede l'inclusione di qualche sintetizzatore - mi riferisco ad alcuni momenti di
"A Nice Beheading for MoM" .
Indubbiamente
"Vile Postmortem Irrumatio" è un ottimo prodotto nel suo genere, ricco tutto sommato di variabili e intuizioni che ne rendono l'ascolto – facilitato anche dalla sua breve durata – estremamente agevole e avvincente.
A mio avviso se i
Monument of Misanthropy riusciranno a inserire qualche variabile in più alla loro cifra, che ne renda ancora più personale il sound, potranno riservarci grandi cose per il futuro.
Recensione a cura di
DiX88
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