Quando pensi di aver acquisito una certa conoscenza musicale, se non altro per questioni anagrafiche e un’innata e onnivora bulimia sonora, ecco che arriva un disco che mette in seria difficoltà quel pizzico di “autostima” specifica maturata in anni di orgogliosa militanza
rockistica.
Lo ammetto … non avevo mai sentito parlare prima d’ora di questi
The LA Cowboys, così come mi giunge nuova la (diffusa, a quanto pare …) consuetudine, da parte di notabili rappresentanti del
sound Westcoast / AOR (tra cui
Joseph Williams,
Tommy Funderburk,
Bill Champlin,
Jason Scheff,
Peter Beckett, …), di
coverizzare canzoni
pop giapponesi allo scopo di realizzare
compilation per il mercato del Sol Levante.
Materiale considerato non particolarmente rilevante dal punto di vista artistico, una reputazione che ha finito per danneggiare anche un gioiellino del genere come “
Endless summer”, in cui, in effetti, venivano ripresi svariati brani scritti e/o originariamente eseguiti da artisti nipponici.
L’albo, uscito nel 1993 solo in Giappone (per la Insideout, una sotto-etichetta della Toshiba EMI) e senza un’adeguata promozione, nonostante sia già stato ristampato dalla AOR Heaven nel 1998, merita pienamente l’appellativo (spesso abusato) di “
Lost Gem” e offre agli estimatori di Chicago, Toto, Player, Airplay e Planet 3 l’opportunità di arricchire felicemente quella sorgente di classe, raffinatezza e seduzione emozionale da cui attingono quotidianamente.
Del resto, approfondendo ulteriormente la questione, i due
mastermind del gruppo
James Studer e
Wayne Nelson vantavano
curricula di prestigio (
Jim Messina,
Al Jarreau,
Kenny Loggins, … per il primo e Little River Band,
Mari Lijima, … per il secondo) e se aggiungiamo che a “
Endless summer” hanno contribuito personalità musicali di spicco del calibro di
Michael Thompson,
Mick Fleetwood e
Joseph Williams, ritrovare nei suoi solchi le peculiarità necessarie a esaltare i sensi degli estimatori del settore diventa quasi “naturale”.
Difficile stilare una classifica di merito dei pezzi … tra
remake (piuttosto “oscuri” …) e composizioni originali l’opera propone un vero tripudio di suoni all’insegna di un
easy listening pulsante, colto ed elegante, intriso di
groove “neri”, vaporosi impasti vocali (splendidi, quelli di “
Say you love me”) e atmosfere glassate.
Insomma, il decimo volume della meritoria collana
Pride & Joy Music Classixx è un’autentica “chicca” per intenditori e vi consentirà d’incrementare la vostra padronanza del genere, magari sfoggiando un indignato “
ma come, non sai chi sono i The LA Cowboys?” alla prima occasione utile …
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?