I norvegesi
Ulvehunger sono al loro esordio discografico, ma non sono un gruppo di novellini: nelle loro fila, infatti, militano i fondatori
L.J. Balvaz (Balva, Cadaver, Disgusting) e
K.B. Fletcher (Disgusting) accompagnati alla batteria da
Frost (non credo di dovervi dire chi sia) e
Anders Odden (Cadaver, Order, Satyricon live) al basso ed alla chitarra solista.
Con una tale formazione, quello che era lecito aspettarsi da
"Retaliation" altro non era che del sano death/black metal con tutti i crismi del genere, aspettativa che non va assolutamente delusa poiché i dieci brani dell'album si muovono proprio all'interno della commistione tra i due mondi per un risultato finale, lo dico subito, di buon valore.
La capacità più importante degli
Ulvehunger sta nel saper mantenere una propria identità musicale ben precisa nonostante, durante l'ascolto, siano evidenti i riferimenti ai Satyricon post "Rebel Extravaganza", al death americano e nord europeo, così come a certi Darkthrone, fino ad arrivare a citare, in alcuni riffs, i Celtic Frost che furono, tutte influenze che, lo sottolineo, restano tali e non sconfinano mai in mera imitazione tanto che, come ho appena detto, i norvegesi hanno un suono tutto loro, un suono fatto di aggressione, brutalità, pochi compromessi, ma anche "melodia" soprattutto in certi solos di chitarra capaci di dipingere atmosfere armoniose in netto contrasto con il mood generale, distruttivo e abrasivo.
"Retaliation" è un lavoro compatto, ottimamente suonato e prodotto, un bel calcio nei denti che, certamente, si esalterà in sede live, se i Nostri suoneranno dal vivo, e rallegrerà tutti gli amanti dell'estremo vero e non solo di facciata.
Non aspettatevi, comunque, un capolavoro o un album rivoluzionario: qui dentro c'è rabbia, mestiere, veleno e morte, ma non certamente un suono rivoluzionario o qualcosa dai tramandare ai posteri e, spesso, è meglio così....
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