Copertina 4

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:63 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. ANTIROBOTID
  2. TANZ DER TAUSEND MASKEN
  3. IHRE GEBILZTHEITEN
  4. GREISER WITZ SCHWELT IM GESCHLECHT
  5. GHULISMUS
  6. BANNFLUCHT SAHNENLAND

Line up

  • Traumorgane: Vocals, Guitars, Bass, Drums, Percussion, Synthesizers

Voto medio utenti

Frequentemente mi piace cimentarmi nell'ascolto di band che non conosco, poiché ritengo che sia l'unica maniera per evadere dalla cerchia dei soliti nomi e dare spazio ai nuovi, oltre a rappresentare un'occasione di crescita personale come recensore.
Tuttavia, a volte dovrei porre più cautela nello scegliere i gruppi… E casomai leggere chi mi ha preceduto nell'"impresa".
Così avrei dovuto fare per i Todesstoss, creatura del tedesco Martin Lang, che in questi giorni hanno rilasciato il loro nono full-length: "Das Liebweh-Dekret", sotto l'egida della I, Voidhanger Records.

Sarò breve in questa recensione, poiché mi sembra di aver già perso troppo tempo (oltre un'ora) nell'ascolto di queste sei tedianti tracce.
Un album tra i peggiori che abbia mai ascoltato…
Possiede tutte le caratteristiche che una buona opera non dovrebbe presentare: ripetitività ossessiva senza alcuno sbocco, influenze dei più disparati generi prive di collegamenti l'una con l'altra, e una sensazione di inconcludenza che permea ogni singolo minuto di ogni singola traccia.
Si passa da un Rock/Blues ripetitivo, con suite Progressive protratte per tempi infiniti, a sussurri totalmente casuali, liriche dai sentori parodistici, screams sgraziati e senza logica, e altre innumerevoli scempiaggini.
Stilisticamente i Todesstoss, in alcuni frangenti richiamano ai Bethlehem, mentre in altre soluzioni più eclettiche si ha qualche rimembranza dei Forgotten Woods; purtroppo però siamo lontani anni luce da queste due formazioni.
Una miscela sonora totalmente arraffazzonata, priva di ogni sorta di musicalità interna, dove trovano spazio le più sparute influenze, tutte completamente disorganiche l'una con l'altra, configurando uno stile quasi impossibile da catalogare…
Mi è stato spacciato per Black Metal, tuttavia a mio avviso è solo una forma di delirio, e in quanto tale incomprensibile.
Oppure sono io che non riesco a comprenderlo…

Duole dirlo… Restatene alla larga.

Recensione a cura di DiX88

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