I
Darkmoon Warrior sono il progetto del tedesco
Atom Krieg dei ben più noti
Anti, formato nel lontano 1996, e che tuttavia rilascerà il suo primo full-length solamente nel 2006:
"In Fundis Inferiorum".
Atom Krieg con i suoi Anti è un complesso a me molto caro, dato che insieme ai Thy Light rappresentano uno dei gruppi DSBM che preferisco… E sono sincero, è questo che mi ha condotto nella direzione dei
Darkmoon Warrior, i quali mi rimanevano del tutto sconosciuti.
È dunque con curiosità che mi sono approcciato a
"Graveyard Planet", terza fatica di questo progetto targata
Folter Records.
Innanzitutto, è doveroso segnalare fin da subito che poco o niente hanno a che vedere i Darkmoon Warrior con gli Anti. Qui ci si muove su coordinate Black Metal classiche fortemente innervate da influssi Thrash Metal dalle venature Hardcore, richiamanti molto da vicino, in determinati frangenti, gli
Impaled Nazarene. A tal proposito, provate ad ascoltare l'opener
"Thy Satanarchists", la quale sembra quasi un omaggio ai finlandesi; oppure la quasi integralmente Crust/Hardcore
"SM 70".Queste sfumature di nero appena menzionate sono presenti in quasi tutto l'album, e risultano declinate all'interno di una produzione vecchia scuola, dai suoni asciutti e nonostante tutto ben distinguibili, accostabile alle produzioni dei dischi Thrash degli anni '80. A ricordare tali anni ci pensano inoltre un gran numero di assoli rapidi e dal gusto classico estremamente tipici del periodo.
Non mancano ovviamente richiami al Black vero e proprio, dove si avvertono le propaggini della fiamma nera norvegese, quella che ardeva nei primi album dei
Darkthrone e degli
Immortal. Ed è forse qui, in queste grotte oscure, quando le atmosfere portano con sé le suggestioni misteriche, proprie dei culti ctoni lunari, che la matrice Depressive di
Krieg riemerge. È qui che la poesia nera si propaga e avvolge il cuore con le sue armonizzazioni suadenti (
"By the Sound of Hell" per esempio).
"Graveyard Planet" è un'opera interessante, in grado di riprendere l'attitudine di molte sfaccettature intransigenti del Black Metal; di giocare con le melodie e con le correnti antesignane dell'arte oscura come la conosciamo oggi. L'aspetto più interessante risulta la capacità di creare strutture che riescono a restare immediatamente impresse, e nella convinzione e abilità con cui la band veicola la sua creatività. Abilità che scorre da numerosi piccoli accorgimenti, quali potrebbero essere assoli sferzanti, fills di batteria che si smarcano egregiamente dal marasma sonoro portante, e dall'abilità, ravvisabile in molti brani, di coniugare nichilismo sonoro e armonie suadenti dal forte potere di fascinazione (
"Magna Matris Mortem").
Il Black Metal è tutto qui dentro… A voi aprire lo scrigno.
Recensione a cura di
DiX88
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