Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:26 min.
Etichetta:Pile of Head Productions
Distribuzione:Pile of Head Productions

Tracklist

  1. IKITALVI
  2. TERäN LAKI
  3. SEITSENTERä
  4. KäSKYJä VIHAN PLANEETALTA
  5. V.H.T
  6. KURJUUDEN RUUMIILLISTUMA
  7. NUOLISATEESSA
  8. LUISET ASKELMAT KADOTUKSEEN
  9. ATARAXIA

Line up

  • Vihan Mustat Kynnet: all instruments

Voto medio utenti

Diteci pure che è solo rumore, che si tratta esclusivamente di urla indiavolate prive di liricità, che le chitarre sono dei ronzii saturi sconclusionati, che i blacksters non sono capaci di suonare più di due note in croce e non risultano precisi nei cambi di ritmo; che la produzione è pessima, ovattata, frastornante, distorta… Raccontateci quel che meglio credete, bensì abbiate il coraggio di ammettere che non vi piace il Black Metal.

Non sappiamo niente dei Kirous se non che sono il progetto del polistrumentista finlandese Vihan Mustat Kynnet, fino ad oggi a noi sconosciuto.
Sono pervenuto a "Seitsenterä" seguendo i canali della Pile of Head Productions, etichetta americana specializzata in musica Raw Black che seguo ormai da anni; e per la verità non so neanche se sia un album o una compilation di brani registrati in vari demo. Tuttavia posso affermare che qui dentro vi è tutto lo spirito nichilistico, oscuro, straziante, pessimistico ed epico battagliero delle declinazioni più ermetiche ed autocratiche del Black. Misantropismo allo stato puro, riffs ossessivi e scarni che si muovono su frangenti sia veloci che cadenzati; dove in questi ultimi è la melodia minimale di sottofondo, e il giusto timing elementarmente scandito tra battere e levare, a creare quel groove viscerale che ogni disco nero dovrebbe possedere.
Suoni saturi e sbalzi sonori qui dentro sono un comandamento. Ci si diletta, inoltre, anche con le armonie e con qualche sentore Folk nelle linee di chitarra, e con assalti belligeranti negli up-tempo in grado di rendere l'opera coinvolgente.
Scuola finlandese nella sua forma più pura. Un album durissimo, che anche se indubbiamente ispirato da maestri come Horna e Behexen, a mio avviso, pur nella sua brevità - soli 26 minuti - risulta davvero suggestivo ed efficace, e in grado di provocare incisioni profonde nel cultore dell'antica fiamma nera.

Come mai apprezziamo ancora questo tipo di musica?
Siamo dei nichilisti misantropi, pregni di odio per la vita e dunque per noi stessi?
Forse qualcuno sì, ma non la maggioranza...
Il Black Metal è lo strumento regio di espressione di tutto ciò che è oscuro, nero… Può veicolarlo e diffonderlo, così come semplicemente slegare il male dalle anguste prigioni della "ragione" del moralista – che altro non fanno che donargli nuova linfa tramite il compimento delle sue stesse azioni volte ad eliminarlo – e legarle all'"innocuo", all'arte nel caso nostro. Dunque, sottoforma di sublimazione e presa di coscienza profonda del proprio Sé, e di quel coefficiente di indecifrabile oscurità, di tragedia inevitabile che, perlomeno nella dimensione della carne, avvolge l'esistenza umana e la visione dell'universo che dal suo interno ne abbiamo.

Scusate per essermi dilungato… ma sono troppe le scemenze che circolano sul Black Metal per poter tacere.

…Sostenete i Kirous.

Recensione a cura di DiX88

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