Questa recensione vuole farvi capire il male che gli
Amaranthe hanno fatto al mondo intero: una band clamorosa come i qui presenti
Paralydium è costretta a cambiare cantante perché il fenomenale
Mikael Sehlin, nel 2023, è entrato nella band di Elize Ryd! SE C'E' UN DIO MI DEVE RENDERE CONTOOOOOO
Ok, mi calmo. Dopo il clamoroso debutto a titolo "
Worlds Beyond", tornano gli svedesi Paralydium, con la loro proposta di prog metal intelligente, melodico e tecnico ma mai ostentato. La band si fregia del nuovo cantante
Alexander Lycke (vedi sfogo leggerissssssimo sopra), che purtroppo non è all'altezza del suo predecessore, ma che ce la mette tutta per dare il suo contributo a composizioni per lo più lunghe intorno ai dieci minuti, in cui la musica si complica, compie rotazioni su assi imprevedibili, e si ammanta a pieno titolo di quell'etichetta 'prog', regalando alle orecchie dell'ascoltatore un dischetto che vuole tempo per essere dischiuso, assimilato.
Belle le due intro, molto ma molto belle le due parti di "
The Arcane Exploration", in cui la band mostra di che pasta è fatta, con una equazione sonora che me li avvicina ai Seventh Wonder, ai Circus Maximus, a qualcosa che i DT non sono mai riusciti ad essere, condendo il tutto qua e là con suggestioni orientaleggianti alla Myrath.
L'album è veramente bello, ma obiettivamente non regge il paragone con l'enorme predecessore. Ciò detto, "
Universe Calls" è manna dal cielo per ogni progger che si rispetti. Alla faccia degli Amaranthe.
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