La band solista di
Olli – Pekka Laine degli
Amorphis ha avuto tante recensioni altisonanti pure in casa nostra ma sinceramente ora voglio dire la mia.
Non è un capolavoro, per me ad ascoltarlo bene è troppo debitore della band madre, perché in questo debutto partecipano componenti o ex della succitata formazione finlandese quindi si va a parare lì.
Il segno è permanente soprattutto perché sembra prendere certe sonorità dal capolavoro “
Elegy” (indovinate di chi?) come in “
Coast of the drowned sailors”; detto questo non è malaccio; gli spunti interessanti ci sono come nell’opener “
The dawns of nothingness” con quei cori puliti ed epici, oppure in “
Human Amoral”, bella cavalcata death/prog che ha certe attinenze col metal classico, vedasi le armonizzazioni delle chitarre, con il supporto del compare
Tomi Juotsen alle vocals.
Bella la malinconica “
The hallowed flame”, divisa tra parti acustiche dove il tono si fa pulito ed esplosioni elettrificate guidate dal growl e con un buon sapore settantiano derivante dalle tastiere.
In sommativa, disco discreto, per essere un debutto contiene idee buone ma per elevarsi bisogna staccarsi dalla matrice originaria in alcuni casi troppo marcata.
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