Copertina 7

Info

Anno di uscita:2024
Durata:36 min.
Etichetta:Gypsy Rose Records
Distribuzione:Cargo Records

Tracklist

  1. TAKE THE LONG WAY
  2. GLORYBOUND
  3. END OF AN ERA
  4. RUNNING WITH THE WILD ONES
  5. STILL A DREAMER
  6. LITTLE RENEGADE
  7. LOST BOY
  8. BLOOD ON THE STAGE
  9. ROGUE TO REDEMPTION
  10. WHEN THE PARTY’S OVER

Line up

  • Tuk Smith: vocals
  • Nigel Dupree: drums
  • Matthew ‘Ponyboy’ Curtis: bass
  • Dan Dixon: drums

Voto medio utenti

Qualcuno si ricorda dei Biters? Io sì, avendo gradito i loro due album (“Electric blood” del 2015 e “The future ain't what it used to be” del 2017), capaci, attraverso una riuscita miscela di hard-rock, glam e power-pop di soddisfare efficacemente i momenti in cui mi urge una bella dose di spigliatezza musicale.
Accantonata l’esperienza con la suddetta band (che risulterebbe in una fase di indefinite hiatus), il loro cantante Tuk Smith si ripresenta al pubblico in compagnia dei The Restless Hearts e riprende esattamente il percorso espressivo interrotto nel 2018, riproponendo una formula sonora semplice e collaudata, in cui i brani puntano essenzialmente sull’immediatezza melodica e su ritornelli “a presa rapida”.
Rogue to redemption” (replica all’incisione di debutto “Ballad of a misspent youth”) appare dunque come una riuscita commistione di Tom Petty and the Heartbreakers, Mott The Hoople, Cheap Trick, Buzzcocks e Thin Lizzy, con il nostro Tuk che non disdegna il ricorso ad una vocalità di chiara ispirazione Lynott-iana.
Un’influenza, quest’ultima, che, anche laddove particolarmente spiccata, funziona piuttosto bene (“Running with the wild ones”, “Still a dreamer” e la title-track dell’opera) e si accompagna efficacemente con graziose quisquilie soniche (“Take the long way”), a volte più glitterate (“Glorybound”, “End of an era”, “Little renegade”, “When the party’s over”), in altre occasioni maggiormente ammiccanti al mainstream (“Blood on the stage” potrebbe piacere anche ai fans dei fratelli Gallagher e “Lost boy” a quelli dei Green Day), e costantemente in grado di fuggire dalla trappola della banalità grazie all’attitudine e al buongusto.
Rogue to redemption” non rivoluzionerà di certo la musica popolare contemporanea, ma quanto a scrivere e interpretare spensierate, persuasive e accattivanti canzonette rock n’ roll (e non è tanto facile, credetemi …), i Tuk Smith & The Restless Hearts dimostrano di saperci fare, realizzando un disco che prolungherà la vostra estate fino ad inverno inoltrato.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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