I
Tour d'Ivoire sono un progetto Black Metal creato dal polistrumentista francese
Hyver (
Véhémence,
Grylle,
Hanternoz) e la sua compagna
La Griesche (
Grylle,
Cercle du Chêne) all'inizio del 2023, e rilasciano il debut album, dall'omonimo nome, proprio in questi giorni di settembre tramite l'etichetta
Antiq.
Un leggero tocco di oscurità avvolta dall'incantesimo misterioso di una malia traente forza da atmosfere crepuscolari, cosparse da grigie coltri di bruma da cui traspaiono sentori fantasy e substrati medioevali (fattori, questi, che seppur con forme diverse, accomunano tutta la produzione artistica di
Hyver).
Voci in lontananza, soffuse, suoni completamente ovattati, feticisticamente ancorati al Black Metal più atmosferico degli anni '90, dove aleggia perennemente lo spettro del Conte norvegese.
Paesaggi sonori oblianti, contraddistinti da toni quasi eterei, pur parlando con le grammatiche del diavolo profuse per mezzo del classico scream, su cui si insinuano soavemente le linee vocali di
La Griesche, assumendo l'insieme connotati dai tratti sinfonici e talvolta leggermente folcloristici.
Si percepisce chiaramente un'aura mistica proveniente da un mondo di altri tempi, tutto è nebuloso, inafferrabile - buio, non malvagio in senso stretto -, oscuro quanto lo sono le chiavi di lettura dei misteri, e quanto lo possono essere per noi le epoche magnifiche ormai scomparse… Perché, a dispetto di quanto si possa pensare e dei luoghi comuni, il medioevo era epoca di valori, di leggende, della cavalleria, rappresenta il periodo ultimo dove era ancora possibile ravvisare i caratteri etici dell'ecumene europeo, prima della loro dissoluzione avvenuta in contemporanea alla morte dell'idea imperiale.
Tornando a quello che per noi è di primario interesse, la musica, tutto
"Tour d'Ivoire" si caratterizza per una marcata delicatezza stilistica, persino la produzione estremamente lo-fi risulta soffice, leggera e, con il suo ovattamento, produce un forte monocromatismo che tuttavia, a un ascolto attento e ripetuto, lascia trasparire – grazie anche un saggio uso dei synth – numerose stratificazioni sonore…
A voi l'onere di scoprirle.
Recensione a cura di
DiX88
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?