Ci provano anche i milanesi Necroshine a uscire dall'anonimato dell'underground con un lavoro di trenta minuti che ci presenta tutte le caratteristiche del giovane quintetto. Salta subito all'occhio a partire dalla title track che fa a opener la doppia anima del gruppo: da un lato l'estrema aggressività dei pezzi più brutali, resi letali dal cantato di Matteo in bilico tra growling e screaming, e l'uso di melodie più leggere che prendono il sopravvento quando l'attacco frontale della band sembra attenuarsi. Il livello tecnico, pur trattandosi di canzoni piuttosto semplici, è buono e la padronanza strumentale sembra decisamente adeguata. Anche la produzione è discreta e mette in risalto le già apprezzabili capacità nel songwriting di questi ragazzi meneghini. Black metal decisamente canonico ma mai inquadrabile in un preciso genere, e per questo motivo promosso almeno dal punto di vista della personalità. Un certo strato di varietà è assicurato dall'uso delle tastiere di Giovanna (ebbene si, una ragazza), mai fuoriluogo nel loro incedere oppressivo e orrorifico. Non c'è niente di malvagio (in senso negativo) in "From The Deepest Hate", se non fosse che l'estrema semplicità dei pezzi li fa diventare già obsoleti dopo pochi ascolti. A dire il vero la longevità nella musica è un aspetto fondamentale, e non si può certo dire che i Necroshine abbiano trovato la soluzione a questo problema. Bisogna sicuramente rendere più interessanti le canzoni, aggiungendo nuovi livelli di spessore senza cancellare quanto fatto di buono finora. Ovvero l'aver scritto pezzi di buona fattura e aver consolidato la coesione del gruppo. In questo modo i buoni risultati non potranno che arrivare!
Contatti: http://xoomer.virgilio.it/necroshine
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