Dal nord dell'Inghilterra arrivano, con il loro secondo album, i
Chrysalïd, pronti a regalarci uno dei dischi power metal più piatti e poco coinvolgenti che io abbia ascoltato negli ultimi anni.
Canzoni assolutamente non accattivanti, cliché vecchi come il mondo rifatti MALE, una pletora di artisti tirata dentro per cercare di salvare qualcosa (c'è chiunque, da Lione a Ripper Owens a Henning Basse e tanti altri), ma quando le canzoni non funzionano puoi chiamare pure gesù cristo o il grande Puffo, non funzionano e basta.
Tra pezzi veloci alla Priest (je piacerebbe) e altri mid-tempos più riflessivi alla... boh, fate voi, "
Breaking the Chains" è, tristemente, un album inutile nella spietata competizione del panorama power metal odierno. Mi spiace, ma non ci siamo proprio.
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