Senza troppi giri di parole: questo album è devastante.

I greci Isolert, che del classico suono greco non hanno niente, mettono insieme 8 brani che rappresentano il meglio di quella che, comunemente, chiamiamo seconda "onda" del black metal, regalandoci una quarantina di minuti abilmente in equilibrio tra furia assassina e indovinatissimi spunti "melodici", con un occhio puntato verso la Svezia dei tempi d'oro, ed un altro attento a soddisfare i dettami di nostro signore degli abissi.
"Wounds Of Desolation", esaltato da una registrazione eccellente, viaggia inesorabile tra riffing serrato e di pregevolissima fattura, vocals urticanti e multiformi, e micidiali armonizzazioni chiaramente mutuate ai migliori Dissection, per un risultato complessivo di debordante impatto e deliziosa atmosfera "retrò", un risultato, dunque, che, sebbene non possa, ovviamente, dirsi originale, riesce comunque a distruggere tutto e tutti al suono, immortale, degli anni '90 con quel suo spirito luciferino ed il suo approccio diretto e senza compromessi distante, anni luce (o meglio anni notte), da qualunque forma di mercificazione.
Gli Isolert confermano, dunque, il loro status di grande band e con "Wounds Of Desolation", ancora una volta, riescono a materializzare, in modo dannatamente avvincente, il passato con classe e ferocia in una colata di puro odio che farà godere, con neri brividi, le anime più dannate che si nascondono tra di voi.
Le porte dell'inferno si spalancano di nuovo...