Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:42 min.
Etichetta:Rockshots Records

Tracklist

  1. UFONAUT
  2. BETWEEN WORLDS
  3. SINFUL WAYS
  4. DOOMED
  5. DOWN FROM THE INSIDE
  6. CHEMICAL VOODOO
  7. WAY DOWN BELOW
  8. LUMERIAN NIGHTS

Line up

  • Aaron Peltz: vocals
  • Dustin Lyon: guitars
  • Jake Melius: bass
  • Kyle Eades: drums

Voto medio utenti

Gli Jupiter Cyclops non arrivano da Giove ma dall'Arizona, non fanno nemmeno Space Rock ma propongono un mix di Stoner e N.W.O.B.H.M. e lo fanno pure bene.

"Age of the UFOnaut" è il loro album d'esordio, ma questo quartetto è formato da musicisti con una discreta esperienza alle spalle, infatti, sono stati formati da Aaron Peltz (Downthesun e On a Pale Horse) cui poi si sono via via uniti il chitarrista Dustin Lyon (Opiate for the Masses), il bassista Jake Melius (Big Wheel Stunt Show) e il drummer Kyle Eades (Old Fashion Assassin). A questo punto si sono imbarcati su uno Space Shuttle per raggiungere Giove, il più grande pianeta del nostro sistema solare e la cui massa corrisponde a due volte e mezzo alla somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme, e questo ha sicuramente influenzato gli Jupiter Cyclops, che hanno deciso di proporre musica bella pesante.

Suoni grassi e spessi, ben riassunti già dall'opener "UFOnaut", ideale punto d'incontro tra lo Stoner e il British Heavy Metal ottantiano e poi rinnovati da una più vibrante "Between Worlds" che guarda tanto ai Iron Butterfly quanto agli UFO, con una strizzatina d'occhio agli Angel Witch, mentre la stoneggiante "Sinful Ways" pare maltrattare un substrato di Who con abbondanti dosi di Deep Purple. Nei suoi toni Southern "Chemical Voodoo" non poteva certo farsi mancare un lungo assolo distorto e magnetico da parte di Dustin Lyon, che si esalta anche nel riff (e sul finale alla solista) della seguente "Way Down Below", ennesimo episodio dall'afflato settantiano dove l'affiatato duo ritmico Melius & Eades pesta come un mantice, per quello che a mio parere si segnala come il capitolo più rappresentativo di "Age of the UFOnaut", che poi si chiude con una "Lumerian Nights" che ha qualcosa degi Alice in Chains e ci congeda con un pizzico di insoddisfazione a causa di qualche scoria psichedelica non ben dosata che ne inficia la graniticità.

Tante citazioni, e se ne potrebbero fare altre, preferisco però sottolineare la capacità degli Jupiter Cyclops nel realizzare brani sanguigni e pulsanti, che fanno battere il piedino... ma anche il cuore.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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