Gli
Jupiter Cyclops non arrivano da Giove ma dall'Arizona, non fanno nemmeno Space Rock ma propongono un mix di Stoner e N.W.O.B.H.M. e lo fanno pure bene.
"
Age of the UFOnaut" è il loro album d'esordio, ma questo quartetto è formato da musicisti con una discreta esperienza alle spalle, infatti, sono stati formati da
Aaron Peltz (Downthesun e On a Pale Horse) cui poi si sono via via uniti il chitarrista
Dustin Lyon (Opiate for the Masses), il bassista
Jake Melius (Big Wheel Stunt Show) e il drummer
Kyle Eades (Old Fashion Assassin). A questo punto si sono imbarcati su uno Space Shuttle per raggiungere Giove, il più grande pianeta del nostro sistema solare e la cui massa corrisponde a due volte e mezzo alla somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme, e questo ha sicuramente influenzato gli
Jupiter Cyclops, che hanno deciso di proporre musica bella pesante.
Suoni grassi e spessi, ben riassunti già dall'opener "
UFOnaut", ideale punto d'incontro tra lo Stoner e il British Heavy Metal ottantiano e poi rinnovati da una più vibrante "
Between Worlds" che guarda tanto ai Iron Butterfly quanto agli UFO, con una strizzatina d'occhio agli Angel Witch, mentre la stoneggiante "
Sinful Ways" pare maltrattare un substrato di Who con abbondanti dosi di Deep Purple. Nei suoi toni Southern "
Chemical Voodoo" non poteva certo farsi mancare un lungo assolo distorto e magnetico da parte di
Dustin Lyon, che si esalta anche nel riff (e sul finale alla solista) della seguente "
Way Down Below", ennesimo episodio dall'afflato settantiano dove l'affiatato duo ritmico
Melius & Eades pesta come un mantice, per quello che a mio parere si segnala come il capitolo più rappresentativo di "
Age of the UFOnaut", che poi si chiude con una "
Lumerian Nights" che ha qualcosa degi Alice in Chains e ci congeda con un pizzico di insoddisfazione a causa di qualche scoria psichedelica non ben dosata che ne inficia la graniticità.
Tante citazioni, e se ne potrebbero fare altre, preferisco però sottolineare la capacità degli
Jupiter Cyclops nel realizzare brani sanguigni e pulsanti, che fanno battere il piedino... ma anche il cuore.
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