Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Shaytan Productions

Tracklist

  1. ARDH BELA SAMA
  2. LISAN AL NAR
  3. AQARIB AL PETRA
  4. TAHT AL JELD
  5. AL GHASASINA
  6. DIAR AL ANBAT
  7. ABWAB EDOM
  8. AL JURM AL MADFOON
  9. TARJIF

Line up

  • Mephisto: guitars, bass, percussion
  • Artiya'il: vocals

Voto medio utenti

Noi Metallari non spenderemo mai abbastanza parole di elogio nei confronti degli Al-Namrood e non solo per motivi puramente musicali, ma soprattutto per le condizioni nelle quali questi sauditi sono costretti a suonare questo meraviglioso genere musicale.
In Arabia Saudita c’è sempre una dittatura, magari più “soft” rispetto a certi paesi vicini, ma sempre di dittatura si tratta e poi la mentalità di una bella fetta di popolazione è quella che è, pertanto fare un genere musicale di questo tipo ti mette davvero a rischio e se poi lo infarcisci di blasfemità varie, beh, ci siamo capiti.

Quindi gli Al-Namrood è da quando sono nati che continuano la loro attività musicale in modalità realmente carbonara e questa volta stupisce sentire una registrazione con annessa produzione dai toni davvero professionali, poi se confrontiamo la resa sonora qui presente con i lavori precedenti, beh c’è davvero un salto qualitativo enorme, oltre ad un miglioramento generale dei vari musicisti coinvolti.
Come vi avevo detto nel loro ultimo lavoro, la band saudita nel corso degli anni ha inferocito parecchio la loro proposta, lasciando la componente Folk e personale in un angolino in favore di sfuriate a volte fini a sé stesse e comunque dal forte sapore di già sentito.

Con “Al Aqrab” si ha un parziale ritorno alle origini: il Black Metal si fa meno irruento e le ancestrali melodie carovaniere tipiche di quell’affascinante area geografica tornano a essere protagoniste tra tribalismi sonori, parti acustiche, cori e archi che abbelliscono e ingentiliscono la fiamma nera qui presente.
Bello sentire come il Black Metal quando non va a parare nella solita e stantia confort zone della scena scandinava, riesca sempre a mantenersi come il sottogenere Metal più dinamico.
Come per i tunisini Myrath, il sound per certi versi è più cinematografico e meno spericolato che in passato, ma la personalità artistica e l’urgenza comunicativa ci sono tutte.

Un ritorno davvero gradito da parte di questi veri e propri eroi musicali.


Recensione a cura di Seba Dall

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