Sempre puntuali all'appuntamento, ecco presentarsi nuovamente i
Serious Black con il loro nuovo
'Rise Of Akhenaton'. Emersi come una nuova band con ex membri di Blind Guardian ed Helloween a fare da portabandiera, come Thomen Stauch e Roland Grapow, una volta usciti dal gruppo entrambi tra il 2015 e il 2016, poco dopo la pubblicazione del debut album 'As Daylight Breaks', la fiamma non voglio dire che si sia leggermente spenta, ma si è perlomeno ridotta di molto. Certo i lavori che sono venuti successivamente sono comunque degni di nota, ricordo con piacere ad esempio il più che buono 'Suite 226', ma il ricordo che avevo in particolare dell'ultima uscita (di cui vi lascio la recensione
qui) non era dei più ispirati. Il quintetto, sempre sotto
AFM Records, si era oramai standardizzato su un hard rock/heavy metal moderno, alla Pretty Maids, qualche spruzzo di Primal Fear, Sinner, o Bonfire. Diciamo quindi tutti gruppi dai quali sapere cosa aspettarsi ancora prima di comprare il disco.
Nello specifico dunque,
'Rise Of Akhenaton' (faraone realmente esistito, famoso per aver posto l'adorazione in un una sola divinità, il dio Aton, anziché più di una, oltre ad esser stato protagonista di una serie Marvel) non si smuove veramente di un millimetro rispetto ai suoi precedenti. L'unica differenza è che, data comunque l'aura epica che c'è dietro a questa sorta di concept/non concept, in alcuni pezzi la band dimostra di voler creare maggior pathos grazie anche alle tastiere, prendasi la Titletrack, aggressiva ma molto melodica nel ritornello, non eccessivamente come su
'Silent Angel', o ancora l'iniziale
'Open Your Eyes', che comincia l'ascolto con il piede giusto. Purtroppo per ogni ottima canzone sembra debba essercene un'altra, corrispettiva, non altrettanto eccellente che va a spegnere gli animi da poco accesi. Parlo della banalotta
'United' che sembra uno scarto dei peggiori Bloodbound, o la ballad
'When I'm Gone', quasi quattro minuti che sembrano otto, o
'Metallized' che... anche no, un testo delle solite tre frasi fatte ('per il metal viviamo e moriremo, in questo ritmo troviamo la la nostra essenza vitale, rock al mondo per poter spezzare le catene'). Davvero, anche no. Fortunatamente poi dall'altra parte ci sono
'Take Your Life', un buon mid tempo, o
'We Are The Storm', dove le tastiere regalano davvero quel piglio in più e
Nikola Mijić può esprimersi al massimo delle sue potenzialità vocali.
Luci e ombre come se ne erano trovate sul precedente disco, e quello precedente ancora. I
Serious Black non fanno nuovamente quel salto necessario per poter uscire dal limbo, ma comunque
'Rise Of Akhenaton' non è un album totalmente da bocciare. Potreste trovare qualcosa per i vostri denti, ma il rischio di trovarlo a prendere polvere già dopo pochi giorni è tanto.
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