Cosa ti puoi aspettare da una band storica come i francesi? Si curamente non liscio, o lagne cantate o per meglio dire stonate in autotune come succede nel mainstream.
Qui si viene precipitati in un inferno dove blasfemia, zolfo e tanto thrash/death metal sono la colonna sonora.
Niente di nuovo sotto il sole ma ciò non vuol dire che sia per forza di cose senza mordente; questi “vecchietti” prenderebbero a ceffoni ogni giovane virgulto con brani che ti stampano al muro come “
Am i hell” o “
Phantoms of cain” dalla folle rincorsa dove però all’interno c’è un rallentamento perverso ai limiti del doom quando sortisce il chorus.
Altra bella badilata è “
Prelude to eternal darkness” che sembra evocare i cancelli infernali con un brano serratissimo e veloce; il vocione di
Max Otero è intriso di veleno e il batterista è un polipo che sa variare tempi in scioltezza.
La melodie è ben presente sia negli assoli che in maniera luciferina in modo da dare atmosfera al tutto.
C’è anche all’interno un ottima strumentale, breve ma che vedere e soprattutto sentire la preparazione tecnica dei transalpini.
Gran bel ritorno che certifica lo stato di salute e la volontà di colpire duro nonostante l’età non più verde, bravissimi.
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