Non c'è modo migliore di iniziare il mese con un po' di sano speed metal, e in questo senso vengono ad aiutarci i tedeschi
Mechanic Tyrants. Nati già da un paio d'anni, precisamente nel 2021, la band conta nelle sue file già il bassista
Danny Keck e il chitarrista/cantante
Florian Fait che già nel 2018 facevano parte dei Torpëdo, band con all'attivo un solo demo intitolato per l'appunto 'Mechanic Tyrants', per poi sciogliersi nel 2021 e dare vita alla band effettiva di cui parleremo oggi. Le idee quindi erano già presenti da un bel po', e all'ascolto di
'St. Diemen's Riots' si intuisce sin da subito che non si parla di un album composto in fretta e furia, ma sul quale si sente la freschezza e un'ispirazione complessivamente buona, per quanto il genere proposto non offra molte possibilità di sperimentazione. Ma di quello alla fin fine, finchè non si casca nel plagio più palese, si può anche passare oltre fintanto che la musica sia di ottima fattura.
Idealmente, la band divide questo debut in due parti ben distinte. La prima, fino a
'Speed Metal Guerrilla' ci catapulta in un racconto distopico e di lotta delle classi inferiori nello scenario di Manhattan, scintilla di una sempre più vicina ribellione e di scontri per la conquista dei propri diritti. Se si fa eccezione per il breve intermezzo acustico
'Madrugada', il resto delle canzoni prende ispirazione totale nei riff dai Judas Priest, primi Metallica e Megadeth, mischiati con l'energia di Rave, Tank, e Anvil. Una bella bomba a mano quindi, che vede nelle veloci 'Tower 42' e Titletrack i migliori esempi. C'è poi
'Ruins Of The Past' che rallenta di poco, molto più melodica ma non per questo melensa, con un bellissimo stacco centrale poco prima dell'assolo che fa respirare un'aria veramente ottantiana. Andando avanti con
'Son Of Evil', una sorta di mid tempo non particolarmente riuscito a mio avviso, che poteva anche essere sforbiciato in alcuni punti, seppur il lavoro chitarristico sia sempre di primo livello.
'Above The Law' spinge nuovamente sulla velocità con un ottimo lavoro di
Danny Keck al basso. Se c'è un difetto però, anche abbastanza evidente, è la voce di
Florian Fait che non ha questa gran personalità, e quindi molto spesso non si riesce a creare quel coinvolgimento che in certi frangenti sarebbe necessario (
'Bad Seed').
Nonostante ciò,
'St Diemen Riots' resta un prodotto molto gradevole, da sentire obbligatoriamente per chi ama queste sonorità, e dove se i
Mechanic Tyrants saranno capaci di smussare alcuni piccoli difetti, potrebbero fare il colpaccio definitivo con il prossimo disco. Nel mentre che premo un'altra volta play, le dita rimangono incrociate.
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