War Dogs - Only The Stars Are Left

Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2024
Durata:48 min.
Etichetta:Fighter Records

Tracklist

  1. THE HOUR OF FATE (INTRO)
  2. THE PROSECUTION
  3. RIDERS OF THE STORM
  4. HEAVEN'S JUDGEMENT
  5. ASTRAL QUEEN
  6. FALLEN ANGEL
  7. VENDETTA
  8. ONLY THE STARS ARE LEFT
  9. THE SEVENTH SEAL
  10. THE VENGEANCE OF RYOSUKE TAIWARA

Line up

  • Manuel Molina: bass
  • José V. Aldeguer: drums
  • Eduardo Antón: guitars
  • Alberto Rodríguez: vocals , guitars

Voto medio utenti

E’ giunta l’ora di sguinzagliare i cani da guerra!

Dopo il promettente esordio di 4 anni or sono, gli spagnoli War Dogs deliziano nuovamente la platea degli amanti del metallo tradizionale, con il loro secondo full-length, intitolato Only The Stars Are Left, uscito per la Fighter Records.
La band valenciana ci regala un lavoro brillante e dalle trame coinvolgenti, per merito anche di una line-up ormai consolidata, rimasta sostanzialmente invariata rispetto al debutto “Die By My Sword”, con la sola eccezione di Alberto Rodriguez che, oltre a occuparsi delle parti vocali, assume anche il ruolo di secondo chitarrista, affiancando l’axeman principale Eduardo Anton, il bassista Manuel Molina ed il drummer José Aldeguar.
Le atmosfere di Only The Stars Are Left, sempre fiere e battagliere, sono cariche di crescente epicità, con un taglio vagamente maideniano nelle composizioni più cadenzate, anche se, le ritmiche, in virtù di accelerazioni frequenti ed improvvise, virano spesso e volentieri verso lande dalla connotazione più tipicamente speed-power, permettendo alla band di optare tra diverse soluzioni.
Il fiore all’occhiello del disco è da individuare nel lavoro poliedrico delle chitarre, talvolta aggressive, in altre circostanze più melodiche, ma in ogni momento taglienti, determinando cosi, un sound spigoloso quanto basta per rendere le tracce graffianti e lasciare cosi il segno.
I War Dogs, come del resto avevano già dimostrato nel primo disco, ci sanno fare, hanno entusiasmo da vendere e discrete capacità compositive ed esecutive; se proprio si deve trovare un difetto alla band spagnola, potrebbe essere riconducibile al timbro di Alberto Rodriguez che, in alcune circostanze, si rivela eccessivamente morbido, adattandosi male all'irruenza delle composizioni.
Detto questo, Only The Stars Are Left è un buonissimo disco, dal piglio decisamente esuberante e dotato di soluzioni stilistiche alquanto versatili, nonostante un genere piuttosto statico.
Una band da tenere d’occhio, che probabilmente, con un singer più aggressivo, potrebbe spiccare definitivamente il volo.

Recensione a cura di Ettore Familiari

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