I
Carnosus sono una Death metal band svedese formatasi nel 2011. Al momento hanno all'attivo un demo, un EP e tre full-length, di cui l'ultimo rilasciato, tramite la
Willowtip Records, proprio in questi giorni di metà ottobre 2024:
"Wormtales".
Gli svedesi propongono un Technical Death metal estremamente convulso e di frequente tendente al Brutal, sulla scia dei
Cryptopsy per intendersi; inoltre troviamo un preminente substrato Thrash metal che ha i suoi punti di appoggio perlopiù nel Death Metal americano, bensì anche in quelle ibridazioni grezze e al contempo ricercate che erano proprie dei
Pestilence, con l'aggiunta di echi più moderni accostabili ai
The Black Dahlia Murder.
È una proposta ostica quella dei
Carnosus, i quali continuamente oscillano tra partiture intricate dai suoni estremamente dissonanti e densi di incastri, per un continuo saliscendi tra up-tempo e mid-tempo che quasi non vi è il modo di cogliere un ritmo, che già ci si trova catapultati nel successivo. Notevoli sono le linee vocali di
Jonatan Karasiak, spazianti tra harsh vocals tipicamente Thrash affini ai
Kreator, fino al growl più brutale che talvolta muta in pig squeals strazianti.
Inusuale risulta la configurazione tra queste istanze intransigenti, rese ancor più prorompenti da una tendenza al Grind unita a un certo gusto melodico, rinvenibile più spiccatamente nei molteplici assoli piuttosto limpidi e armoniosi.
La qualità di
"Wormtales" è elevata, benché risulti leggermente arduo seguirne le sue innumerevoli filigrane, tutti i loro intrecci, lungo l'intero arco dei suoi 40 minuti; e a volte, persino dopo numerosi ascolti ripetuti, si ha una certa sensazione di spaesamento, come se gli svedesi avessero voluto inserire troppe correnti nel medesimo flusso… In ogni caso siamo in territori Technical molto estremi, e di questo non dobbiamo mai averne dimenticanza. Inoltre, di frequente si hanno intuizioni catchy che, se sviluppate con ancor più preponderanza, potrebbero conferire quella scintilla autentica in grado di collocare i
Carnosus sulle linee di vetta dell'Estremo.
Recensione a cura di
DiX88
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