Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:46 min.
Etichetta:Ear Music

Tracklist

  1. HEAVY LIFTING (FEAT. TOM MORELLO)
  2. BARBARIANS AT THE GATE
  3. CHANGE, NO CHANGE
  4. THE EDGE OF THE SWITCHBLADE (FEAT. WILLIAM DUVALL & SLASH)
  5. BLACK BOOTS (FEAT. TIM MCIIRATH)
  6. I AM THE FUN (THE PHONEY)
  7. TWENTY-FIVE MILES
  8. BECAUSE OF YOUR CAR
  9. BOYS WHO PLAY WITH MATCHES
  10. BLIND EYE (FEAT. DENNIS THOMPSON)
  11. CAN'T BE FOUND (FEAT. VERNON REID & DENNIS THOMPSON)
  12. BLESSED RELEASE
  13. HIT IT HARD (FEAT. JOE BERRY)

Line up

  • Brad Brooks: vocals
  • Wayne Kramer (rip): guitar
  • Stevie Salas: guitar
  • Don Was: bass
  • Vicki Randle: bass, backing vocals
  • Abe Laboriel J.R.: drums
  • Winston A. Watson J.R.: drums
  • Dennis Thompson (rip): drums

Voto medio utenti

Nostalgia canaglia.
Gli Mc5 hanno rappresentato, insieme agli Stooges, una delle più rivoluzionarie band proto-punk dei 60'/70' e ora dopo più di 53 anni ( l'ultimo album è stato High Times del '71 ) eccoli tornare con un nuovo disco.
La cosa non mi ha sorpreso ed ha riacceso la passione che un album iconico come Kick Out The Jams (1969) aveva suscitato in un "maturo" rocker come me.
Ma, fermi tutti, diciamo subito che non si tratta di un nuovo album dei Mc5 quanto piuttosto di un "all star guest album" che vede partecipare personaggi del calibro di Slash, Tom Morello, William DuVall (Alice In Chains), Vernon Reid (Living Colour), Don Was e Tim McIlrath (Rise Against ), oltre che ovviamente Wayne Kramer (morto a febbraio di quest'anno). Un disco testamento dunque che non deluderà gli estimatori di quel suono grezzo, ruvido e selvaggio dei 70' supportato da una produzione cristallina (made by Bob Ezrin ) e neanche troppo patinata come spesso capita alle produzioni moderne; quello che non è mancato in questo nuovo disco, ed è la cosa più importante considerando il trademark, è stata la capacità di ricreare il mood giusto con l'aiuto preziosissimo degli ospiti elencati che hanno collaborato praticamente in tutte le tracce. Le chitarre sono ruvide ed esplodono alla grande già dall'opener "Heavy Lifting" con un Tom Morello cha fa con la chitarra quello che sa fare meglio, seguita da "Barbarians At The Gate" dallo spirito yippie della Detroit dei '70, tutti i brani hanno un feeling deja-vu un pò rock'n'roll ("Can't Be Found", "Blind Eye") , un po' blues, un pò psichedelico ("Change, No Change"), un pò rock-funky alla Rolling Stones ("Blessed Release" ), c'è molta varietà nel songwriting e c'è ovviamente moltissimo mestiere nei musicisti coinvolti che probabilmente hanno sentito la responsabilità di consolidare l'impronta indelebile di un gruppo di culto.
il disco non riporta ai fasti del passato ( ne lo si poteva pretendere da un progetto fondamentalmente solista di Kramer ) ma, fidatevi, che abbiate 14 o 60 anni fatevelo vostro ed ascoltatelo con attenzione, le radici di un certo hard rock/metal nascono da qui dopotutto.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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