Quando ami un genere musicale e hai passato intere giornate/nottate a setacciare perle nere in lungo e in largo, basta poco per capire se un disco è buono o meno… E così è stato fin dal primo ascolto del secondo lavoro degli argentini
Wolves' Winter:
"The Medivm", rilasciato a ottobre sotto l'egida della
Northern Silence Productions.
Sono sincero non conoscevo i
Wolves' Winter, mi ci sono imbattuto casualmente. Si tratta di una band in circolazione dal 2008 e che al momento ha rilasciato dei demo, uno Split, un paio di EP e, oltre a questo, un altro full-length di discreto valore:
"Qayin Coronatvs" (2021).
"The Medivm" contiene nove tracce di Black Metal di stampo scandinavo – che si muove prevalentemente tra la scuola svedese e quella norvegese – sapientemente riadattato ai tempi, sia in termini di produzione che compositivi. Dove si riscontrano alcune lievi sfumature Death, qualche afflato caldo di matrice Hard Rock – soprattutto nella passionalità di alcuni solos – e varie aperture Heavy nel riffing, contraddistinto talvolta da un leggero taglio Progressive, contribuendo così a rendere il prodotto interessante e avvincente.
Non si deve tuttavia pensare che tutto ciò abbia a che vedere con diluizioni eccessive o dinamiche morbide. Non vi sono mai cali di tensione: gli argentini pestano forte, mantengono sempre in tirare il filo del pathos e, pur seguendo una declinazione fluente dal loro sangue latino americano, si fanno portatori di quel gelo siderale, affiancato da una certa austera ed elitaria solennità – corroborata da tratti epici e sporadiche clean vocals stile
Enslaved – che mai dovrebbe essere assente in chi professi il verbo della nera fiamma.
Sono notevoli le capacità di songwriting dei
Wolves' Winter, la loro maestria nell'armonizzare tutte le differenti cromie di cui abbiamo disquisito e, soprattutto, l'essere in grado di restare impressi fin dal primo ascolto; questo grazie anche ai numerosi hooks di matrice finlandese (
Sargeist,
Horna,
Azaghal…) contenuti nelle sempre e già menzionate ritmiche intessute dalle due asce.
Uno dei punti forti del platter, a mio avviso, è ravvisabile, oltreché negli elementi elencati in precedenza, nell'abilità non solo chitarristica, bensì anche canora di
Beelzebuth Nazgul, il quale, coadiuvato da
Orobas, confeziona linee vocali avvincenti, spaziando tra scream, harsh vocals imbastardite da lievi echi Hardcore, e growl incisivi e malvagi.
"The Medivm" è un'opera che segna un grande passo per gli argentini, lasciando intravedere prospettive future solide e fedelmente oscure.
Black Metal di qualità… non fatevelo sfuggire.
Recensione a cura di
DiX88
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