L'attesa è stata lunga, sono infatti passati ben sette anni da "
Keystone" del 2017, ma "
Fractured Realities", il nuovo album dei
KLOGR, è finalmente realtà e possiamo dire con certezza che l'attesa è valsa la pena. Questo lavoro segna un ritorno trionfale per la band di Modena, infatti questo si presenta come un viaggio sonoro multidimensionale, che esplora le complesse sfaccettature dell'esperienza umana attraverso un sound che fonde il grunge degli anni '90 con elementi moderni e industrial.
L'opener "
Early Wounds" mette subito le cose in chiaro, essendo un brano che definisce immediatamente il tono dell'album, dimostrando che la band non ha accumulato nemmeno un centimetro di ruggine; il brano è un omaggio al progetto parallelo del frontman
Rusty,
di cui vi abbiamo parlato qui a suo tempo, e ci introduce in un mondo dove il passato e il presente si fondono in modo impeccabile. In particolar modo in questo "Fractured Realities" si avverte in misura maggiore la presenza di contaminazioni elettroniche e synth che si adattano a perfezione al tema trattato dal disco.
L'album non è solo un piacere per le orecchie ma anche un'esperienza visiva poichè il progetto di Rusty e soci è a dir poco ambizioso, con un videoclip per ognuno dei brani che compongono l'opera, andando a realizzare una sorta di film che si realizza e si compone di un nuovo capitolo di volta in volta, con l'uscita su Youtube mese per mese, esaltando l'artwork di copertina e l'atmosfera generale del disco.
Atmosfere che peraltro verranno ricreate persino nelle ambientazioni live, tanto che nell'intenso tour che si sta svolgendo in queste settimane in compagna degli
Evergrey di
Tom Englund i nostri porteranno sul palco anche la componente visiva ad accompagnare la musica, musica che rimane ovviamente centrale e fondamento della validità dei KLOGR, senza che il fattore figurativo possa mai divenire una scusa per distogliere l'attenzione su un qualcosa di debole o poco sviluppato.
Al contrario, come sempre la produzione è eccellente, con suoni brillanti ed incisivi, curata come nel passato dallo stesso Rusty e co-prodotto da
Jarno Bellasio negli
Zeta Factory Studios, con mix e mastering ad opera di
Federico Ascari.
In conclusione, "Fractured Realities" è un album che colpisce per la sua capacità di essere contemporaneamente nostalgico ed innovativo, un gradito ritorno che non solo non delude ma che si candida facilmente all'essere riconosciuto come disco della definitiva maturità, il più personale, malinconico e rabbioso, in un solo aggettivo il migliore per Gabriele e compagni.
Cogliete pure il loro invito ad esplorare le realtà fratturate del nostro tempo attraverso la lente del post-grunge italiano.
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