Gli
Unholdun sono una one man Black metal band francese formatasi nel 2020 per volontà di
Alexis Chiambretto.
Al momento, sotto tale moniker è stato rilasciato un omonimo EP nel 2022, e un full-length in questi giorni di novembre 2024:
"Fœhn", sotto l'egida della
Purity Through Fire.
"Fœhn" è un album dai suoni estremamente gelidi che unisce in un unico costrutto armonico strutture crudeli e affilate, con articolazioni melodiche piuttosto ricercate di chiarissima ispirazione scandinava. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, il primo disco che mi è balenato per la mente è stato il capolavoro degli
Immortal "At the Heart of Winter", con alcune atmosfere dei
Satyricon di
"Dark Medieval Times" (1993) e degli
Enslaved dell'era
"Frost" ('94).
Ovviamente si tratta di punti di riferimento, poiché, alla fin fine, il Black scandinavo ha sì varie sfumature, a seconda delle terre di provenienza, bensì pur sempre allo stesso genere ci stiamo riferendo. A tutto ciò dobbiamo aggiungervi un lievissimo tocco sinfonico dai toni altisonanti, vagamente "romantici", tipici della declinazione della fiamma nera proposta dalla terra madre degli
Unholdun.
Il primo lungo dei francesi è un'opera classica, benché presenti una produzione adeguata ai tempi, contraddistinta da una notevole limpidezza sonora in grado rendere ben distinguibile ogni suo singolo passaggio.
È un lavoro che, nonostante le sfumature di cui abbiamo discusso, predilige la linea dura, muovendosi su costrutti marmorei, sferraglianti, e tempi vorticosi di notevole velocità. Certamente non un prodotto innovativo, bensì ben bilanciato in tutti i suoi aspetti e permeato di sentori epici particolarmente suggestivi; capaci di calarci nei notturni glaciali e tempestosi che avvolgono e tormentano le antiche foreste del Nord.
Recensione a cura di
DiX88
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