Il nuovo
“Friend Of A Phantom” suona molto come una seconda parte di
“Witness”, con una componente elettronica più marcata - che non guasta - e chitarre leggermente più nelle retrovie.
C’è la ferocia del recente passato nell’introduttiva
“Cannibal” (con il cameo di Anders Fridén degli
In Flames) e nella successiva
“Break My Lying Tongue”, ballad emozionanti e ansiogene del calibro di
“We Will Not Disband” e
“I Don’t Know How We Got Here”, episodi più introspettivi e lineari come
“Glass Mannequin” e
“Tray”.
“Bleed Out” e
“Hollow Kid” sembrano riprendere i discorsi lasciati in sospeso dagli
OSI, mentre la nervosa
“Paper Wolf” si distingue per l’ottima sintesi delle atmosfere sopra descritte.
Sempre un gran bel sentire, nonostante i 3 anni di attesa.
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