I
Völva sono una Black metal band svedese quasi completamente al femminile (solo quest'anno si è aggiunto anche
Ruin alla seconda chitarra), formatasi nel 2018. Al momento hanno all'attivo la pubblicazione di un demo, un EP e un full-length rilasciato in questi giorni di fine novembre 2024, sotto l'egida della
Grind to Death Records/ Fiadh Productions:
"Desires Profane".
"Desires Profane" è un LP molto semplice che si caratterizza per un Black metal vecchia maniera, imbastardito con il Crust e con varie dinamiche limitrofe al Thrash/Death. Forte è l'affinità con i norvegesi
Urgehal; pur non essendo esente, come è normale che sia, dalle influenze dell'arte oscura tipica della loro terra natia. In particolar modo è opportuno riferirsi ai
Marduk; mentre alcuni sottofondi melodici dai lievi contorni atmosferici, potrebbero richiamare qualcosa dei
Dark Funeral, e delle armonie scarne proprie dei
Naglfar di
"Vittra" (1995).
Il songwriting risulta piuttosto essenziale, muovendosi le ragazze prevalentemente su pezzi diretti e in your face, come la classicissima e blasfema – con tanto di
"Ave satanas" –
"The Tower": classico mid-tempo incalzante dove Thrash, Black e Death sono fusi in un unico costrutto.
I brani proseguano perlopiù su questa scia, con alternanza tra episodi veloci e altri cadenzati, puntando dunque sull'impatto sonoro e su frangenti easy listening che, talvolta, riallacciano il discorso con i primi
Celtic Frost e con i
Venom. Quanto abbiamo appena esposto appare però ben bilanciato con le parti più melodiche a cui facevamo dianzi riferimento, riuscendo a sfiorare persino corde maggiormente emotive, spingendosi, soprattutto con alcune linee vocali, in territori estremamente nostalgici, tipici delle migliori declinazioni del genere dei magici anni '90.
Un album che non pretende di riscrivere il corso del genere: privo di inutili orpelli, privo di soluzioni geniali, bensì convincente e adeguato a tutti coloro che ancora amano il Black metal vecchia scuola.
Si tratta di un'opera cruda, malvagia e realmente ben confezionata; con un songwriting che è sì essenziale, ma non banale. I
Völva giocano con strutture catchy, cambi di ritmo improvvisi e dinamiche talvolta inusuali; capaci così di sorprendere l'ascoltatore, poco prima che ogni possibilità di appiattimento dell'esperienza di ascolto possa prendere il sopravvento.
P.S. Quando abbiamo fatto riferimento a influenze Crust, non si deve pensare a niente di eccessivamente marcato, come per esempio risulta tale componente nello stile dei grandissimi
Martyrdöd. Dunque, restiamo piuttosto conformi ai canoni della fiamma nera tradizionale.
Recensione a cura di
DiX88
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