Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2024
Durata:40 min.
Etichetta:Transcending Obscurity Records
Distribuzione:Transcending Obscurity Records

Tracklist

  1. LIFE OF DECAY
  2. MEAT FACTORY
  3. FLESH REQUIEM
  4. HUNGER FOR MEAT
  5. VIKING SUPREMACY
  6. WORLD SCYTHE
  7. FARE THEE WELL (BURN IN HELL)
  8. NECROMONOLITHIC
  9. THE PYROCLASTIC EXCURSIONS
  10. JUST ANOTHER DOOMSDAY
  11. SUFFER AGAIN
  12. SKELETONS

Line up

  • Rogga Johansson: Vocals, Guitars
  • Matthias Fiebig: Drums
  • Martin Klasén: Bass
  • Dennis Blomberg: Guitars (lead)

Voto medio utenti

L'inesauribile Rogga Johansson attivo ormai in un innumerevole quantità di gruppi, taglia in questo inizio novembre 2024 il traguardo del tredicesimo full-length dei Paganizer (sua principale creatura): "Flesh Requiem", rilasciato sotto l'egida della Transcending Obscurity Records.

Sono sincero, non posso definirmi un esperto dei Paganizer, poiché è una delle band che ho sempre trascurato, ritenendola tra quelle da ascrivere al novero delle "minori". Dunque la mia conoscenza si limita alle uscite più importanti, le quali risalgono a fine anni '90 inizio anni 2000.
Ora, assodato la mia parziale carenza in materia di Paganizer, benché non certo per quanto pertiene il Death in generale, devo dire che ho trovato questo "Flesh Requiem" un dischetto davvero gradevole.

Gli svedesi si muovono sulle tipiche coordinate del Death metal dei principali maestri della loro stessa terra; in particolar modo Grave, Entombed, Dismember, Carnage e Desultory, su cui, rispetto alle prime registrazioni, si inseriscono – pur senza risultare invadenti – un certo numero di linee melodiche che in taluni tratti richiamano agli Unleashed della seconda fase (quella più vicina alle sonorità Epic/Viking), e forse qualcosa alla lontana dei primi Amon Amarth.
L'LP non si discosta per niente dalle coordinate tracciate dai gruppi appena citati, e tuttavia, la capacità dei Paganizer in fase di songwriting, di superare lo iato tra melodia e brutalità tramite la strutturazione di un costrutto organico e ben bilanciato, infondendo una giusta dose di epicità a ogni traccia – senza che questa scalfisca l'armatura mortifera del metallo della morte –, rende l'ascolto realmente godibile e scorrevole. E soprattutto efficace, in particolar modo negli episodi dove si decide di picchiare duro, pur rimanendo orecchiabili.

Indubbiamente Rogga Johansson non riscriverà il corso del genere e difficilmente saprà cogliervi di sorpresa con questa nuova release; e altrettanto con difficoltà vi convincerete ad acquistarla, bensì, a mio avviso, riesce a risultare meritevole di più di un ascolto.

Recensione a cura di DiX88

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