Morse, Neal - Neal Morse and The Resonance - No Hill for a Climber

Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2024
Durata:67 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. ETERNITY IN YOUR EYES
  2. THIEF
  3. ALL THE RAGE
  4. EVER INTERCEDING
  5. NO HILL FOR A CLIMBER

Line up

  • Neal Morse: Keyboards, Guitars, Bass, Percussion, Lead and Backing Vocals
  • Chris Riley: Keyboards, Guitars, Bass, Lead Vocals
  • Andre Madatian: Guitars and Orchestration
  • Johnny Bisaha: Lead Vocals
  • Joe Ganzelli: Drums

Voto medio utenti

Il ritorno di Mike Portnoy nei Dream Theater ha dato lo stop ad un milione di progetti gruppi, bands e collaborazioni. Giocoforza, nell'equazione è rientrato anche Neal Morse, che ha perso forse il suo alleato musicale più longevo e fedele. Ma la esuberanza creativa di Neal non ammette pause, e così il nostro eroe decide di circondarsi di bravi (e giovani) musicisti locali e di dar vita ad una nuova, ennesima, incarnazione della sua Arte, questa volta sotto il nome di Neal Morse and The Resonance. E con questa band fresca fresca di giornata, il buon Neal si butta a fare quello che sa fare meglio: prog rock.
"No Hill for a Climber", che prende il nome da una frase di un romanzo di Barbara Kingsolver, vincitrice del premio Pulitzer, è il più classico dei prog albums: venti minuti di pezzo in entrata, VENTOTTO nel pezzo in uscita, e in mezzo tre brani di lunghezza 'umana', per poter girare sulle piattaforme e fare un pò di battage. Devo ammettere che, sin dalla lunga "Eternity in your Eyes", la qualità è alta, la vena creativa sembra essersi ripresa (soprattutto rispetto a quelle ciofeche dedicate a San Giuseppe uscite recentemente, mamma mia), e lo stile strizza un po' l'occhio ai Transatlantic, con le dovute ENORMI proporzioni.
"Thief" è invece un brano nervoso, quasi drum'n'bass, che cresce con gli ascolti; il primo singolo è invece "All the Rage", un pezzo più frizzante, dove le doti della band vengono fuori in tutto il loro fulgore, fa molto Flower Kings. Segue una delicatissima "Ever Interceding", che ben mette in evidenza l'ugola di Johnny Bisaha, e la lunghissima e conclusiva title-track, una sarabanda di emozioni, con qualche 'già sentito' e qualche 'ah però, niente male!'.

Insomma. Neal Morse sembra aver ritrovato lo smalto di un tempo, e "No Hill for a Climber" è un album ben confezionato, che merita ben più di un ascolto. Finalmente.



Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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