Gli
Earthburner sono una Death/Grindcore band statunitense formatasi nel 2001, per volontà dello storico chitarrista dei
Broken Hope Jeremy Wagner, e quello che è attualmente il loro batterista dal 2013:
Mike Miczek.
Al momento, nonostante i numerosi anni trascorsi dalla loro costituzione, hanno pubblicato esclusivamente un EP nel 2016 e un full-length proprio in questi giorni di inizio novembre 2024:
"Permanent Dawn", grazie al patrocinio della label
M-Theory Audio.
"Permanent Dawn" si muove su coordinate Grindcore piuttosto consolidate, ricongiungendosi con le prime realtà del genere, quali
Napalm Death (non a caso vi è accreditato
Mitch Harris tra gli special guests),
Repulsion,
Terrorizzer,
Impetigo e
Brutal Truth.
Si avverte il retaggio Death dei due statunitensi – che tra l'altro ospitano anche un certo
Ross Dolan nella prima traccia –, declinato in una forma corposa, improntata alla ricerca del groove: utile a mitigare ed incanalare la furia schizoide, priva di controllo, tipica del genere a cui facciamo riferimento.
Il suono, sia chiaro, è quanto più old-school vi possa essere, e lo è al tempo stesso il songwriting, limitandosi esclusivamente a riproporre – in una forma che tutto sommato possiede una sua individualità – quelli che sono i crismi, necessari, per suonare con le grammatiche di questa specifica arte estrema.
In piena tradizione, il disco scorre via con agilità. Si tratta di soli 21 minuti spalmati su undici brani che, come di rito, spaziano tra assalti frontali, rallentamenti dall'olezzo sulfureo, growls cavernosi, harsh vocals, screams e strappi alle corde vocali. A cui si somma un feeling catchy dai sentori Thrash affine ai primi
Corrosion of Conformity, e un certo uso dei ritmi sincopati: indubbio retaggio del main project di
Wagner e
Miczek: prendendo così a calci nel culo chiunque vi si accosti.
Un inizio di livello quello degli
Earthburner, benché segnali, tuttavia, l'esigenza di uscire con rapidità dalla zona di comfort, se si pretende di innalzarsi, definitivamente, al di sopra dell'anodina mediocrità che, purtroppo, oramai caratterizza la maggior parte dei gruppi di questo filone.
Recensione a cura di
DiX88
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?