Questo giovanissimo quartetto svedese non ha fatto il minimo sforzo per evitare di dare indizi su quella che sarà lo loro proposta musicale, infatti, a conferma di quanto avevano già lasciato intuire con l'artwork del loro primo lavoro sulla lunga distanza (segue il MLP "Evil Is Reborn"), i
Disarray ci mettono subito con le spalle al muro con "
Forbidden of Speech", che ad un assalto
nel segno (del male) tipico dei Sodom e dei Kreator, anche per una certa affinità vocale tra
Lucas Lee e Mille Petrozza, unisce una marcata devozione verso la scena Thrash Metal d'oltreoceano, negli USA tra Slayer, Vio-Lence, Sadus, Forbidden, ma direi anche i canadesi Sacrifice, con influenze che si fanno più evidenti proprio sulla seguente "
Nightmarish Gaze", anche per quei controcori alla Sacred Reich. La scaletta scorre via veloce e abrasiva con i
Disarray che mediano continuamente le succitate suggestioni con brani che talvolta guardano maggiormente a "Pleasure di Kill", come "
Bound to Kill" o "
Apostate", mentre in altre occasione l'oggetto dei loro desideri sono piuttosto "Swallowed in Black" oppure "Torment in Fire", e lo testimoniano le varie "
Psychosis", "
Realize You're Already Dead" o la stessa titletrack. I
Disarray non
mostrano alcuna pietà nell'aggredire i pezzi con tutta la loro foga e furia giovanile, soprattutto da parte dei due chitarristi, il già citato (e anche vocalist)
Lucas Lee e
Valter Ernerot, ma come era d'uso negli anni '80 non poteva certo mancare una bella intro arpeggiata, nel caso piazzata strategicamente ad aprire una "
Guilty Until Proven Innocent" che deve non poco ai Metallica, e per buon peso salta fuori pure una bonus track, "
Inhuman Reign", che rimpolpa le versioni in CD e Musicassetta, segnalandosi anche come l'episodio più schizzato (con qualcosa degli Assassin di "Interstellar Experience") del lotto.
I
Disarray hanno indubbiamente appreso la
lezione (in violenza), ora devono però farla loro e con un minimo di personalità in più, di tutto il resto (cattiveria, convinzione, solidità, attitudine...) hanno già dimostrato di averne a sufficienza.
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