Gli statunitensi
Mammoth Grinder, band in corsa da ormai quasi vent'anni, e che vede tra le sue fila membri di
Power Trip,
Iron Reagan e
Darkest Hour, a distanza di circa sei anni dal loro quarto, e ultimo, full-length (
"Cosmic Crypt"), si ripresentano in questa fine 2024 con del nuovo materiale, raccolto nel brevissimo EP (14 minuti):
"Undying Spectral Resonance", rilasciato sotto il patrocinio della
Relapse Records.
"Undying Spectral Resonance" è un classico lavoro di old-school Death metal a stelle e strisce che poco si discosta dal precedente
"Cosmic Crypt": quattro brani dalla breve durata, impostati su coordinate lineari e con un suono vintage, levigato e riadattato ai tempi ultimi.
I
Mammoth Grinder prediligono gli assalti frontali su linee veloci che, comunque sia, non deflagrano in profluvi di blast beats, dove si inseriscono alcune strutture più cadenzate e propense alla ricerca del groove; ben inframezzate da una leggera spinta Hardcore – come era lecito aspettarsi, visto il background dei musicisti in questione.
Come punti di riferimento, credo si possano offrire prevalentemente
Autopsy e
Obituary.
L'EP, come è ovvio che sia con soli 5 brani, scorre via agevolmente; tuttavia risulta faticoso farsi rimanere impressa anche solo una canzone, essendo, tutto il lavoro, completamente avvolto da un forte alone di "già sentito".
Ho forti dubbi che, anche solo tra qualche mese, ci ricorderemo di
"Undying Spectral Resonance"…
Recensione a cura di
DiX88
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