I francesi
Sordide, in circolo da circa una decina di anni orsono, con una discografia solida e devota alla malvagità, giungono in questa fine 2024, con
"Ainsi finit le jour", a tagliare il traguardo del quinto full-length, rilasciato sotto l'egida della
Les Acteurs de l'Ombre Productions.
So che probabilmente andrò controcorrente, ma a mio avviso i
Sordide, pur non essendo dei geni, sono una band fottutamente abile nel fare quello che fanno, e la loro proposta è assai meno banale di ciò che potrebbe apparire a un primo ascolto.
I francesi continuano a proporci il lato più estremo del Raw black metal – con tanto di produzione quasi live –, indubbiamente folgorati dai primissimi
Darkthrone; bensì anche con influenze della propria stessa genealogia. A tal proposito, resta utile riferirsi ai
Mütiilation, per un certo approccio senza compromessi. Tuttavia, i
Sordide, con
"Ainsi finit le jour", non si limitano al Black oltranzista in senso stretto. Al contrario, arricchiscono la loro proposta di un certo utilizzo delle dissonanze tanto in voga nei tempi ultimi, e imbastardiscono il tutto con una sana dose di Black n' Roll stile
Carpathian Forest, trasfigurato sotto il segno del grandeur tipicamente francese e dai tratti qui rivoluzionari – retaggio dell'ideologia del
'79. Dove in tutto ciò trovano anche ampio spazio un'attitudine Doom, e vari richiami alla prima ondata Black, provenienti soprattutto dalla direzione dei
Celtic Frost.
I
Sordide alternano questa vena fortemente malvagia, diretta e iconoclasta, con un approccio più melodico e dagli echi Post black estremamente oscuri e depressivi, ai limiti del DSBM. Questi affiancati da una dimensione caratterizzata da suoni atmosferici strutturati su un'ampia gamma di sperimentazioni, includenti anche elementi Drone ambient. Bensì, soprattutto in questo nuovo capitolo della loro discografia, nelle partiture sospensive appena menzionate, i blacksters normanni si prodigano perfino in dinamiche che possono ricordare il Blues e il Jazz; avvicinandosi ad alcune composizioni dei connazionali
Peste Noire; con i quali hanno comunanza anche in taluni utilizzi in primo piano del basso – pur senza la preponderanza della matrice Folk, e su ambiti tematico/politici totalmente divergenti.
"Ainsi finit le jour" è indubbiamente l'LP più sperimentale dei
Sordide, in particolar modo per quanto pertiene il fronte strettamente legato all'Atmospheric black metal – con tutti gli influssi da noi menzionati (
"La beauté du désastre") –, e per le dinamiche Doom realmente numerose: sfocianti in frangenti opprimenti e limitrofi a quell'ossessività farraginosa tipica delle correnti più antivitali della fiamma nera. E a tal proposito, lo zenit viene raggiunto con
"Tout est à la mort".
Tutto questo viene affiancato da un certo romanticismo decadente, se non propriamente mortifero, che da amante di formazioni quali
Celestia e
Mortifera, mi ha conquistato immediatamente: spero che sarà così anche per voi.
Indubbiamente siamo al cospetto di un ascolto ostico, per la cui comprensione, risulta necessario essere avvezzi al nichilismo e al senso di estraniazione tipico degli albori del genere e, inoltre, di una certa apertura mentale. Soltanto così si potrà cogliere la bravura di questi ragazzi nell'evadere dai cardini della "tradizione": senza rinnegarla, bensì, casomai, ampliandone la portata.
Per quanto mi riguarda, i
Sordide raggiungono la loro maturità artistica con questa gemma nera che consiglio di custodire, e assaporare, al riparo da qualsiasi forma di luce.
Maledettamente
Black metal.
Recensione a cura di
DiX88