Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2024
Durata:57 min.
Etichetta:MDD Records
Distribuzione:MDD Records

Tracklist

  1. PARALYSED BY FEAR
  2. AT DEATH'S GATE
  3. THE WHITE RAVEN
  4. FIGHT TILL THE END
  5. DEATH
  6. NIGHT OF THE LOCUSTS
  7. ENSHROUDED
  8. THE DESTROYER
  9. HERITAGE

Line up

Non disponibile

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Gli Slechtvalk sono una band olandese dedita al Black metal formatasi nel 1999. Fondato da Shamgar (pseudonimo di Mark Geertsema), inizialmente come progetto solista, il gruppo ha rapidamente guadagnato notorietà nella scena metal underground, grazie al mix di atmosfere epiche, temi cristiani e sonorità aggressive. Il nome "Slechtvalk" è traducibile dall'olandese come "Falco Pellegrino", e sembrerebbe riflettere il loro interesse per la natura e la simbologia legata al suddetto rapace.

Rilasciarono nel 2000 il loro primo full-length: "Falconry", che, tra l'altro, al tempo riscosse un discreto successo nella comunità Black metal cristiana (o Unblack metal). Dopodiché sono seguiti altri 5 full-length, di cui l'ultimo a fine ottobre 2024: "At Death's Gate", grazie al patrocinio della MDD Records.

Mi ha sempre incuriosito la duplice anima tematica e il contesto di insieme di questo ensemble: da un lato fortemente ancorato agli scenari Viking tipicamente nordici; dall'altro lato, invece, un'indefessa fede cristiana difesa a spada tratta. Cosa non comune, dato che il tramontare dell'una tradizione è coinciso con i chiarori d'alba dell'altra... e che tale processo, tra l'altro, in alcune terre, sia avvenuto in modalità tutt'altro che pacifica. Inoltre, l'etica guerriera degli antichi popoli della Luce del Nord, mal si addice alla forma ascetica cristiana; perlopiù improntata su un'attitudine contemplativa e su una forma di amore universale incondizionato. Mentre gli olandesi è proprio la fede cristiana e la guerra, con fortissime atmosfere norrene, che utilizzano per costituire il loro scenario di azione principale.
Anche se a onor del vero, esempi di ascesi guerriera si sono visti anche nel cristianesimo, o meglio, per essere precisi, nel cattolicesimo. Si pensi a Ordini superiori come quello dei Cavalieri Templari, o all'Ordine teutonico (particolarmente attivo nelle Crociate del Nord del XII-XIII secolo).
Tuttavia, resta fermo il punto, che questi ordini presentavano indubbiamente caratteri nordici per quanto riguarda l'attitudine guerriera, ma altrettanto che, ovviamente, risultassero in forte opposizione a tutto ciò che apparisse legato al mondo pagano. Dunque, dato che dai testi non riesco ad evincere tutto ciò che vorrei, ho tratto, in quasi autonomia, la conclusione che gli elementi Viking degli Sletchvalk abbiano a trovare riferimento in quei guerrieri vichinghi che durante l'XI secolo, dopo che la maggior parte delle popolazioni scandinave erano state convertite al cristianesimo – abbandonando gradualmente il paganesimo norreno –, divennero cavalieri cattolici, soprattutto sotto l'influenza dei nuovi re cristiani dei rispettivi regni (Norvegia, Danimarca, Svezia). E con tutta probabilità, almeno in parte, è a tale gruppo di condottieri, ma più che altro ai loro discendenti, che sono da attribuirsi i valori di ascesi entrati a fare parte dell'etica dei suddetti ordini monastici. Oltre a rappresentare, in misura da stabilire, un probabile retaggio dei crismi primigeni, e virtuosi, dell'Impero Romano della fase precedente all'influsso del cristianesimo.
Tuttavia, un giorno, data la grande stima che nutro per il gruppo, vorrei porre le questioni direttamente a loro...Tempo al tempo.
In ogni caso, adesso entriamo nel merito di ciò che più ci preme: la materia nera contenuta in "At Death's Gate["/I].

Dai tempi del Black più tradizionale, caratterizzato da accenni Folk, ne hanno fatta di strada gli Sletchvalk, includendo nelle loro sonorità sempre più influenze Death piuttosto melodiche, innervate da una forte aura epica; senza altresì mai scadere in costrutti banali e troppo leggeri: l'attitudine estrema viene sempre preservata.
Si tratta di un'opera lunga, della durata di quasi un'ora, dove un Black/Death piuttosto raffinato e tecnico, con chiari riferimenti ai Dissection, si unisce alle tonalità Epic/Viking a cui mi riferivo poc'anzi. Presentando inoltre le clean vocals solenni tipiche del genere, unite ad atmosfere sacrali sfocianti in cori quasi religiosi (non prendete troppo alla lettera questo punto) di matrice gregoriana. Tutto ciò risulta impreziosito da tappeti di tastiera emergenti dalle retrovie, sulla scia delle prime releases della fiamma nera.
È un album che nonostante la sua lunghezza scorre estremamente bene, grazie alla sapienza con cui tutte le varianti stilistiche, a cui ho fatto riferimento, riescono a trovare una sistemazione organica e assolutamente non forzosa. Inoltre, viene costantemente mantenuto un approccio ear catcher capace di garantirsi la costante attenzione dell'ascoltatore.

[I]"At Death's Gate"
è un LP immaginifico che porta il merito di coniugare violenza esecutiva, pathos drammatico e commovente, e paesaggi sonori suggestivi, protendendosi continuativamente verso il cielo. Alla ricerca di una catarsi che elevi l'animo, di una élite di guerrieri predestinati, verso la luce dell'ascesi eroica.
Sono convinto che per chi ama certe declinazioni del Black, come quella offerta per esempio da Crimson Moonlight, Immortal Souls, e parzialmente i classici Antestor – bensì anche in generale per gli amanti del Black/Death melodico dai toni epici – questa possa senz'altro rappresentare un'uscita di ottimo livello.

Recensione a cura di DiX88

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