Il nostro viaggio in giro per il mondo alla scoperta di giovani virgulti thrash ci porta questa volta niente meno che in Armenia! È da lì, infatti, precisamente da Yerevan, che arrivano i
Rampant Beast.
Come sempre più spesso accade, ce li ritroviamo all’improvviso tra le mani direttamente con il full length di esordio. Sono sempre di più, infatti, le band che saltano quella che anni fa era una trafila inevitabile, e cioè la pubblicazione di demo/EP/split, e arrivano direttamente ad un contratto per la pubblicazione del loro primo album. Certo, si tratta pur sempre di piccoli contratti con piccole etichette, ma il fenomeno è sempre più diffuso.
Nel caso specifico, il nostro quartetto dà alle stampe “
Into the infernal pyre” prima in tiratura limitata a 50 cassette tramite la
Blood Coloured Beast, e successivamente lo ristampa in CD tramite la
Witches Brew.
L’intento dei nostri è lampante fin dalle prime note di
Bestial torment: riportare in auge quelle sonorità marce a cavallo tra primissimi anni ’80 (Sodom e Venom su tutti, in questo caso) e metà anni ’90 (Desaster), attraverso un thrash metal marcissimo intriso di richiami black metal, che non lascia respiro all’ascoltatore e lo annichilisce per 31 minuti, tiratissimi dal primo all’ultimo secondo!
Ed è proprio quest’ultimo fattore a risultare vincente, e cioè la breve durata dell’album. Mezz’ora è ideale per far si che l’attacco sonoro colpisca a fondo e non risulti noioso, visto che, come già accennato, i nostri non danno respiro, partono in quarta e finiscono in quinta. Sono pochissimi i cambi di rotta, e praticamente nulli i mid tempo, per cui, se vi mettete all’ascolto dell’album, sapete già cosa vi aspetta: un martellata tra capo e collo, nella speranza che la testa non vi si stacchi del tutto!
Sound marcissimo, chitarre indiavolate, sezione ritmica fuori controllo e l’immancabile voce indemoniata, i cliché del genere ci sono tutti. A questo punto la domanda sorge spontanea: è “
Into the infernal pyre” l’ennesimo album fotocopia di cui poter fare a meno? In parte si, in parte no. Se da un lato, ovviamente, nulla di nuovo fuoriesce dai solchi dell’album, dall’altra penso che nessuno cerchi l’innovazione quando si mette all’ascolto di un disco del genere, per cui io vi dico che se siete amanti di queste sonorità, i
Rampant Beast possono fare al caso vostro, in quanto il loro debutto è sincero e sprigiona attitudine da ogni nota. Se siete schizzinosi e vi piacciono le produzioni plasticose e i virtuosismi, avete decisamente sbagliato band!
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