Inizio dicendo che se i bolognesi Three Eyes Left dopo un solo anno di attività hanno saputo realizzare un demo interessante come questo, nel momento che avranno incrementato l’esperienza e migliorato i meccanismi sarà giusto pretendere da loro qualcosa di livello elevato.
Il gruppo si è infatti formato nel 2005, ma nel breve arco di pochi mesi era già pronto con il presente primo lavoro di quattro brani.
Riguardo alla loro musica possiamo tranquillamente parlare di stoner-rock dalla forte venatura psichedelica, che il quartetto emiliano per adesso interpreta in maniera tradizionale e senza apportare variazioni significative. Ciò non significa uno stile anonimo, è vero che si basa su chiari fondamenti settantiani, subisce immancabili influenze Kyussiane, viene elaborato in un corposo heavy rock dalle frequenti impennate lisergiche, tutto secondo tradizione. Ma la sorpresa in positivo è la stesura dei brani già molto efficace, una buona maturità nel compattare le fasi dinamiche con i rallentamenti liquidi ed onirici ed ottenere uno scorrimento fluido, ed ancora la capacità di variare i temi pur in un contesto così ridotto.
Fin da subito il gruppo ha puntato su episodi piuttosto estesi e complessi, senza però ricorrere ai piccoli accorgimenti che scopriamo sovente negli esordienti del settore, su tutti quello di inserire lunghe fughe solistiche ed escapismi di vario tipo per allungare il brodo con poco sforzo. I Three Eyes Left preferiscono invece schemi compatti con pochi svolazzi, frutto più di una costruzione ragionata che di istinto ed improvvisazione, dispiegando momenti notevoli lungo l’intero arco del lavoro.
Posso citare la doppia natura muscolare e psichedelica dell’iniziale “Fuckin’ slaves” dove troviamo inserti acidi applicati ad una struttura scandi-stoner, la flautata ed affascinante atmosfera di antico rock progressivo che si apre in coda alla potente “Two sides”, ed ancora gli ottimi sei minuti di “Steve McQueen”, stoner-psych di qualità potente ed ipnotico, diviso tra deflagrazioni rabbiose e pause ultra-narcotiche, a mio avviso il miglior episodio del demo.
Se come detto il gruppo non concede spazio a lunghe fughe solistiche, anzi le evita quasi del tutto, incide invece parecchio la prestazione vocale del cantante Mike, nel quale cogliamo vaghi echi del seminale John Garcia, all’altezza sia nelle parti grintose che nell’accompagnare gli spazi dilatati, la sua personalità decisa potrà diventare uno dei punti di forza dei Three Eyes Left.
Non resta che complimentarsi con i ragazzi di Bologna, dei quali potrete ascoltare un pezzo anche all’interno di una compilation specializzata di prossima uscita. Agli appassionati del genere consiglio però di procurarsi questo demo, perché evidenzia il grande potenziale di una band partita col piede giusto e dalla quale ci attendiamo cose egregie nel prossimo futuro.
Contatti: Web Site: www.3el.rocks.it - Email:
threeeyesleft@yahoo.it
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?