Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2024
Durata:42 min.
Etichetta:Sumerian Records

Tracklist

  1. HAVE YOU HAD ENOUGH?
  2. THE COST OF GIVING UP
  3. THEY'RE ALL AROUND US
  4. YESTERDAY
  5. CRYSTALLIZED
  6. VITAL
  7. PUSH GO
  8. NOTHING
  9. THE CENTER'S FALLING OUT
  10. HEY THERE
  11. NEGATIVE SPACES
  12. SURVIVING ON DEFIANCE
  13. NEW WAY OUT
  14. TOMORROW
  15. HALO

Line up

  • Poppy; vocals, layout
  • Jordan Fish: production
  • Zakk Cervini: mixing, mastering
  • Ralph Alexander Granter: drums on all tracks except "Yesterday", "Hey There", "New Way Out", and "Tomorrow"

Voto medio utenti

Che grande paese gli Usa, eh? Una confederazione di 50 stati con ben 336 milioni di abitanti, piena di culture differenti tra di loro e paesaggi estremamente vari.
In un paese così vasto, vario ed eterogeneo è normale che ci sia davvero spazio per tutti, anche in ambito musicale: ed ecco che nell’underground più recondito c’è spazio per quei freaks disperati con il Grindcore, nella Lousiana è sorta una spettacolare scena Sludge Metal e tutto quel misconosciuto Epic Metal che, Manowar e Virgin Steele a parte, è sempre stato appannaggio per pochi cultori del Class Metal.
Senza andare a scomodare i bagordi degli anni ’80, pure il mainstream ha continuato a proliferare e anche negli ultimi anni, dopo la sbornia Nu/Alternative Metal, il Metalcore prima e il Deathcore poi, hanno conquistato il cuore di molti giovani con act musicali e dischi nelle posizioni più alte di billboard e con recensioni entusiaste da parte di questa o quella testata.

Oltre a questo, sempre negli ultimi anni, grazie a quanto fatto dai Bring Me The Horizon, c’è un interscambio sempre più forte tra Metalcore, il Nu Metal che fu e… il Pop! Il successo di “Popular Monster” dei Falling In Reverse è sotto gli occhi di tutti, ma in giro per il mondo ci sono altri astri nascenti e tra questi è da citare sicuramente Poppy!
Poppy si va ad aggiungere alla lista delle “galline dalle uova d’oro” di casa Sumerian Records (Veil of Maya, Animals as Leaders , Between the Buried and Me, Born of Osiris, The Faceless, Slaughter to Prevail…), con un seguito sempre più ampio in giro per il mondo.
Questa cantante (nonché attrice e ballerina) statunitense si è spesso messa in mostra per la sua enigmatica poliedricità, visto che nel corso della sua carriera si è messa a giocare non solo con quel Pop elettronico scintillante e sbrilluccicoso alla Katy Perry, ma ha pure fatto dei lavori Ambient e negli ultimi anni si è pure avvicinata al Metal, tant’è che appunto è entrata nel rooster della Sumerian.

L’ultimo parto discografico è prodotto da Jordan Fish (ex tastierista dei Bring Me The Horizon guarda caso) e a sentire le note che escono da questo “Negative Spaces” immagino che abbia avuto un ruolo determinante nell’indicare la via alla singer: rispetto al recente passato quando elementi contrastanti venivano uniti senza soluzione di continuità (dal J Pop si passava con disinvoltura al Djent nello stesso brano ad esempio), questo matrimonio viene levigato in maniera più coerente, meno dadaista e spiazzante di quanto fatto in precedenza.
Questo si traduce in un’altalena stilistica in bilico tra scream Metalcore, chitarroni Nu Metal, pesanti Breakdown al limite del Deathcore e Pop angelico ed effettato: questa macedonia si prende una bella fetta di tracklist (“Have You Had Enough”, “They're All Around Us”, “New Way Out”, “Nothing”, “The Center's Falling Out”), in altre occasioni invece possiamo benissimo parlare di Pop con i chitarroni (la frivola e adolescenziale “The Cost of Giving Up”, l’adrenalinica “Push Go” o la title track smaccatamente Grunge), in altri episodi ancora è il Pop tout court a farla da padrone (come nei synth zuccherosi di “Crystallized” o il il lento e pacato climax presente su “Surviving on Defiance”), poi sparse qua e là ci sono delle brevi carezzi eteree e sognanti (“Yesterday”, “Hey There”, “Tomorrow”).

Qualche riempitivo c’è, ma la stucchevolezza di “Halo” o “Vital” non può e non deve scalfire un lavoro come questo, come pure non ci si può fare abbagliare da pregiudizi di vario tipo.
Qui al contrario di altre realtà (come quell’unione improponibile tra Kawaii, Idol e Metal fatto dalle Baby Metal, dal ritrovato Alternative Rock dei Linkin Park o da quel Metalcore diluito dal Pop gentilmente offerto dai Bad Omens) la sostanza c’è, oltre alla ricerca di una via personale di fare musica: a volte Poppy è stata pure troppo spregiudicata in questo, ma si sa che la fortuna aiuta gli audaci ed è affascinante vedere come di volta in volta questa artista riesca ad unire il sua lato più sregolato con quello più commerciale. Al di là di uno stupido voto, Poppy fa uscire l’ennesimo lavoro di grande interesse se si guarda al Metalcore o all’Alternative Metal e non è un caso se pure i Knocked Loose l’abbiano voluta come ospite nel loro ultimo album. Se continua così, la matura artistica è dietro l'angolo.





Recensione a cura di Seba Dall

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