Rapida panoramica sulla foto del gruppo: ciuffi impomatati, giubbini di pelle modello pre-Fonzie, tatuaggi sparsi, splendida chitarra anni '50 ed un magnifico enorme contrabbasso. Indovinato che musica suonano? I Dirty Boogie sono una formazione toscana, ed ovviamente votata al rockabilly. Senza tante spiegazioni se qualche volta avete ascoltato gli Stray Cats, infatti in questo album molti pezzi sono loro, oppure la continuazione solitaria di Brian Setzer, allora sapete esattamente com'è il sound dei Dirty Boogie. Altrimenti trovate qualcuno che vi racconti dei preistorici anni '50 e come allora andava forte il rock'n'roll, visionate pellicole culto come American Graffiti o Grease, informatevi del più grande di ogni tempo "Il Re dei Re" Elvis Presley, chiedete dell'inaspettato ritorno di fiamma verso questo stile nel periodo di riflusso della marea punk, specie nei paesi anglosassoni. E non sarà ancora abbastanza per entrare nell'ottica di una band come i Dirty Boogie. Gente che ha fatto del rockabilly un vero lifestyle, ricavandone abbigliamento, atteggiamento, taglio di capelli, mentalità, musica, tutto ispirato ad un'epoca che forse nemmeno i loro genitori hanno vissuto in prima persona. In questi casi c'è il vantaggio di non dover discutere di correnti e sotto-correnti, differenti interpretazioni, variazioni o sfumature, qui abbiamo un disco rockabilly e le soluzioni sono due: o interessa oppure no. Per la cronaca il lavoro dei Dirty Boogie è composto da covers, interpretate bene, ha le giuste vibrazioni ed è vario nella selezione dei brani. Si trovano pezzi svelti e swingati ("Rumble in Brighton, Rock this town"), altri dal passo felino ("Stray Cat strut"), rock'n'roll acrobatici ("Twenty flight rock") e perfino uno di quei romantici lentoni da ballare sulla mattonella avvinghiati come polipi ("I won't stand in your way"). Come dicono i Dirty Boogie, un disco semplicemente....50's!

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