I
Beriedir sono diventati grandi, e con il nuovo "
Liminal Spaces" cambiano un po' pelle, abbandonando il power metal
tout court e virando la propria proposta sonora verso un prog contaminato, melodico ma non privo di modernità, dai growls dal sapore -core ad aperture molto più attuali, che me li avvicinano a band come i Gojira o gli Haken.
Il nuovo album consta di 10 belle tracce, dal minutaggio mai elevato (non si superano mai i 5 minuti, e questo è un bene, se il tuo intento è quello di essere succoso e non didascalico); dentro c'è di tutto, dall'aggressione sonora di "
Halo", al pianoforte modello 'carezza in un pugno' di "
More Than Starlight", e occhio all'assolo molto Mularoni-esco, quindi bellissimo e fluido. La prova di Stefano Nusperli al microfono è delle più multisfaccettate ascoltate ultimamente; il singer non punta evidentemente a colpire di acuti alla Al Bano (dio grazie), ma usa tutto il range della sua camaleontica voce per raccontarci di emozioni, malinconie, rabbia e sentimenti forti, soverchianti, che sono il vero unicum tematico di questo disco.
Spazi liminali, quindi; a cavallo tra emozioni interiori e realtà esterna, i Beriedir confezionano un disco che è un piccolo gioiellino, e che si merita il primo Top Album del 2025. Potente, multiforme, melodico ed aggressivo: cosa volete di più?
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