Un artwork bellissimo, una ottima presentazione e un buon curriculum generano una curiosità indescrivibile davanti ad “Hypnophobia”, il nuovo lavoro dei Chaosphere; band che mescola sonorità estreme di matrice black / death metal con momenti più gotici e malinconici.
La proposta musicale e le idee di base sono molto interessanti, e non appena questo concept prende vita e le note cominciano a mescolarsi l’effetto creato dalle atmosfere ricche d’angoscia e l’alternanza delle voci pulite con quelle scream / growl della cantante Alessia fanno pensare che ci siano le premesse per una buona musica, fresca e originale, che sia in grado di lasciare veramente il segno e stordire l’ascoltatore con una carica energetica e una frenesia inaudita.
Ma se da una parte ci troviamo davanti ad una band che molto intelligentemente ha scelto il nome con cui presentarsi, dall’altra constatiamo tristemente che l’intento di generare angoscia a livello emozionale nasce da musicisti che ancora hanno da maturare e creare un po’ d’ordine all’interno delle proprie menti.
E purtroppo il problema non è la carenza di qualità musicali apprezzabili in modo puramente soggettivo, ma le gravi scorrettezze armoniche e carenze tecniche che qualsiasi musicista apprende e cura con lo studio della teoria musicale e con l’esercizio, e che neanche una buon lavoro di produzione può nascondere. Tra le cose di notevole importanza cito il curare le melodie vocali e dei vari strumenti così da evitare contrasti e cacofonie inaccettabili, e suonare degli assoli di chitarra elettrica rispettando la tonalità in cui si suona.
Ma i Chaosphere non sono una band da buttare, anzi l’amarezza che pervade il sottoscritto nasce dal fatto che il talento compositivo e la grande creatività della band sono un dato di fatto, per via degli innumerevoli punti di forza del gruppo; come le qualità musicali del bassista Nicola Scalamera e del batterista Roberto Palusa, la notevole incisività dei cantati growl / scream di Alessia Agnoletto, e il riffing aggressivo del chitarrista Diego Sokota sulle ritmiche, mai banali e scontate.
La sfera del caos non deve fermarsi, ma deve combattere le incertezze e i difetti, perché se è vero che la tecnica è niente senza il talento, anche il talento va coltivato con impegno e sono sicuro che col tempo porterà i Chaosphere ad un livello altissimo, ricco di soddisfazioni.
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